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Spionaggio Usa? Solo scandalismo. Parola di ex Cia

Che vi piacciano o meno le modalità con cui questo avviene, tutti gli Stati membri della Nato si scambiano informazioni per difendersi dal nemico comune, il terrorismo. Per questo non serve demonizzare gli Stati Uniti paragonandoli al Grande fratello. Una vita trascorsa alla Cia, quasi 30 anni, fanno di Vincent Cannistraro uno dei maggiori conoscitori dell’immagazzinamento dei dati elettronici e telefonici intercettati dagli Stati ai fini della lotta al terrorismo: “Non si tratta di spionaggio a tappeto di tutti i cittadini”, ha dichiarato al Corriere della Sera Cannistraro in una conversazione telefonica da New York.

Prima direttore della Cia di Roma, poi del consiglio di sicurezza nazionale della Casa Bianca, per finire direttore dell’antiterrorismo a Washington, Cannistraro ha dichiarato che anche i Paesi alleati degli Usa, tra i quali spicca anche l’Italia, hanno un programma di intercettazioni più o meno simile al Prism della national Security Agency. L’ex direttore dell’antiterrorismo cita il caso inglese: “L’Inghilterra ha un programma di sorveglianza molto più capillare del nostro, gestito dall’omologo dell’Nsa, il Gch o General Command Headquarter. Il coordinamento tra Londra e Washington è esemplare, afferma Cannistraro, che sull’Italia dichiara di non sapere.

Per l’ex della Cia la reazione scioccata dell’Europa è conseguenza di un grosso equivoco in merito all’attività della Nsa: “Le operazioni non sono indiscriminate, sono mirate su gruppi o individui connessi al terrorismo, e soprattutto non sono dirette contro gli alleati ma anche nel loro interesse”.

Dopo anni di esperienza Cannistraro si dichiara convinto della legalità con cui la Cia conduce la lotta al terrorismo, la quale si potrà ridurre o contenere solo con le nuove tecnologie e che – ci tiene a sottolineare – avviene tra l’altro in collaborazione con i Servizi dei paesi alleati e quindi “non nascostamente da essi sia nella raccolta dei dati sia nella eventuale loro utilizzazione”.



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