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Ultima chance per la Grecia.Oggi l’Eurogruppo

Si preannuncia una giornata decisiva per la sopravvivenza finanziaria della Grecia, in vista della riunione dell’Eurogruppo a Bruxelles. La previsione è che si arrivi all´approvazione dei 130 miliardi di euro di aiuti alla Grecia.
 
Una riunione decisiva, preannunciata anche dall´arrivo ieri a Bruxelles del premier greco Lucas Papademos per una serie di “contatti” in vista dell´incontro dei responsabili delle Finanze dell´eurozona, al quale, hanno riferito fonti di Atene, potrebbe partecipare insieme al ministro Evangelos Venizelos.
 
Durante la conference call dei viceministri finanziari europei, sarebbe emerso l´orientamento di dare via libera agli aiuti, anche se il gap tra le misure di austerità varate da Atene e le richieste dei creditori internazionali non consente al momento di aspettarsi un debito al 120% del Pil nel 2020. La maggior parte delle stime lo danno al 129%.
 
Gli esperti nel frattempo continuano a lavorare agli ultimi dettagli tecnici per sbloccare il piano di aiuti da 130 miliardi di euro, mentre tra Bruxelles e le capitali europee si registra un moderato ottimismo. “Sono fiduciosa che approveremo il pacchetto, ma con delle condizioni”, ha detto il ministro delle Finanze austriaco Maria Fekter, che, in un´intervista televisiva, rispondendo alla domanda se ritenga che la Grecia resterà nell´eurozona, ha assicurato: “Al momento sembra che andrà esattamente così. Non penso che ci sia una maggioranza che voglia una cosa diversa, perchè sarebbe estremamente difficile e costerebbe molto, molto denaro”.
 
A Bruxelles per l´Italia, nella veste di ministro dell´Economia, domani ci sarà il premier Mario Monti, che due giorni fa, in occasione di una teleconferenza con Papademos e la cancelliera tedesca Angela Merkel, si era detto ugualmente “fiducioso”.
 
Intanto proseguono le manifestazioni contro le misure di austerity imposte da Ue ed Fmi. Un sondaggio condotto dal quotidiano “Ethnos” rivela che il 75,9% dei greci resta favorevole alla “prospettiva europea” del proprio Paese, contro appena un 19,6% che invoca l´uscita dall´euro.


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