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Piovono polpette (avvelenate)

La sera accendendo la tv o la mattina aprendo un quotidiano, ti assale l’angoscia di scoprire l’ultima nuova dal pianeta Marte, quello dove ormai si è rifugiata la politica italiana. Scopri che Fini odia Berlusconi ma prima, dopo averlo accusato di tutto e di più, gli rinnova la fiducia poi – quando è tardi – gliela toglie, ma solo virtualmente. Forse ci ripensa ma forse no. Berlusconi dovrebbe andarsene ma anche governare secondo le indicazioni degli elettori. E mentre Fini parla non capisci bene se lo fa da leader politico (?) o da presidente della Camera (??). Berlusconi stesso si fa fatica a comprendere se è il più abile trascinatore di popolo oppure l’assolutamente più grande e generoso utilizzatore finale. Che sia un personaggio “non ordinario” è noto, ma quali siano i confini fra folklore e pulp fiction lo è molto meno. Se del Pd si omettono descrizioni o commenti è per carità di patria. Verrebbe da essere più indulgenti con Casini: lo senti parlare e fatichi a non essere d’accordo con lui. Ma poi vedi i contorni di un’alleanza fra Udc, Api, Mpa con Fli e dubiti che la strategia del tatticismo finisca per fare della politica un gioco da tavolo, e talvolta da tavolino. Il gioco di per sé è intrigante ma se attorno al desco ci sono sempre e solo i pochi eletti allora stufa. E che dire dei probabili nuovi sfidanti? Entra, non entra, scende, sale: si potrebbe insinuare che ci sono secondi Fini. Se la politica è come una Medusa (e il premier Poseidone?), che attira lo sguardo e l’interesse ma pietrifica, ecco che prevalgono le bende. Ti salvi dalla maledizione, ma non ci vedi più nulla. E il salvatore Perseo – basterebbe, come nel mito greco, un buon stratagemma – non si appalesa.
 
In questo quadro francamente desolante – quando non deprimente – verrebbe voglia di chiudere tutto, di non interessarsi più: che i marziani restino su Marte. E in effetti non sorprende che ormai la quasi metà della popolazione italiana dichiari con orgoglio che non ha alcuna intenzione di esprimere il proprio voto. Prevale l’idea che sia del tutto inutile e sprecato. Ovviamente, neanche questa è una soluzione e semmai può essere una cura peggio del male. Il fatto è che mai come oggi la politica può e deve essere una materia interessante. Se siamo – e lo siamo – ad un decisivo tornante della storia, se gli equilibri globali si stanno modificando strutturalmente, se le sfide del governo della cosa pubblica si fanno più difficili, come non appassionarsene? Ecco perché mentre dal cielo (o dal citato pianeta Marte) piovono polpette, come nel recente e già celebre cartoon, noi cerchiamo di non distrarci e di tenere lo sguardo sul mondo e sulla nostra Italia, sempre più fratturata e lacerata economicamente e anche socialmente. C’è tanto da fare, e noi vorremmo poterlo fare. Per ora prevalgono gli effetti speciali di una crisi che sembra scritta da uno sceneggiatore del non-sense. C’è da augurarsi che, come d’incanto e il meno tardi possibile, arrivi un happy end. Noi, nel frattempo, non ci arrendiamo all’ambizione di contribuire se non al finale, almeno al nuovo inizio.


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