Intervista di Stefano Vespa a Emanuela Corda, esponente del Movimento 5 Stelle, membro della commissione Difesa della Camera e presidente della commissione per le Questioni regionali. “Il nuovo decreto creerà sicuramente tensioni sociali, su questi temi come Movimento 5 Stelle dovremmo essere più incisivi e determinati nel far pesare i nostri voti in Parlamento”
“Un conto è fare delle modifiche, un altro è smantellare”. Nelle ore dell’approvazione definitiva a colpi di fiducia, il nuovo decreto sicurezza che sostituisce quelli di Matteo Salvini non piace a Emanuela Corda. Esponente del Movimento 5 Stelle, membro della commissione Difesa della Camera e presidente della commissione per le Questioni regionali, lo dice chiaramente: “Non sono d’accordo sia perché ho votato i due decreti quando facevamo parte del governo precedente, sia perché si va molto oltre le indicazioni del presidente Sergio Mattarella”.
Corda, per mesi il Pd ha fatto capire che le osservazioni del Quirinale erano uno spunto per mettere mano radicalmente alla normativa. Davvero si è sorpresa?
Il presidente della Repubblica aveva giustamente fatto delle osservazioni, che era doveroso recepire, alle quali si era aggiunta la Consulta dichiarando incostituzionale il divieto di iscrizione all’anagrafe dei richiedenti asilo. Nessun dubbio su questo, eravamo tutti d’accordo nel recepire delle migliorie. La mia opinione, condivisa da molti nella commissione Difesa, è che siamo usciti dai binari indicati da Mattarella arrivando a uno squilibrio soprattutto perché sono state allargate le maglie, come la possibilità di convertire il permesso di soggiorno in permesso di lavoro, senza adeguare le sanzioni.
Si riferisce alle novità in merito alle navi delle Ong?
Prima le multe erano esorbitanti, si poteva arrivare a 1 milione di euro, e Mattarella aveva anche ricordato una sentenza della Consulta sulla proporzionalità tra violazioni e sanzioni. Oggi è stata eliminata ogni deterrenza e il secondo comma dell’articolo 1, su transito e sosta delle navi nelle acque territoriali, è scritto in maniera ambigua: si trasmette un messaggio devastante perché dai l’impressione che possa arrivare chiunque.
Nelle osservazioni dell’agosto 2019 il presidente della Repubblica sottolineava anche che la sanzione della confisca della nave “non risulta più subordinata alla reiterazione della condotta”.
Mattarella si riferiva appunto alla reiterazione della condotta, non all’eliminazione della confisca, confisca che oggi non c’è più. Inoltre la multa viene comminata solo alla fine dell’iter giudiziario e si tratta di multe bassissime nonostante che nella commissione Affari costituzionali si sia tentato di ristabilire un equilibrio riportandole a valori congrui. Insomma, un conto è fare delle modifiche, un altro è smantellare i precedenti decreti sicurezza: non è corretto e non sono d’accordo sia perché li ho votati con il governo Conte I, sia perché si va molto oltre quanto indicato da Mattarella.
Salvini abolì la protezione umanitaria, oggi nasce una protezione speciale che si applica a uno spettro di possibilità molto ampio. Crede che la possibilità di trasformare il permesso di soggiorno in permesso di lavoro possa aiutare l’integrazione?
La protezione umanitaria era legata a particolari situazioni nel paese di origine, la formula odierna è pericolosa perché prevede una casistica troppo ampia. Siamo in un momento economico e sociale drammatico, con la pandemia moltissimi stanno perdendo il lavoro e dubito che il rapporto tra domanda e offerta di lavoro possa essere lo stesso di prima. Mentre abbiamo una massa di persone che dovrebbe essere rimpatriata, si prevedono permessi per un lavoro che in realtà non c’è. Temo invece che ci saranno abusi, che si insinueranno le organizzazioni malavitose, che spunteranno lavori finti. Fatta la legge, trovato l’inganno, ma oggi non possiamo permettercelo, mentre aumentano i problemi di sicurezza e quelli delle forze dell’ordine.
È stato introdotto anche l’orientamento sessuale come discriminante per il respingimento o l’espulsione, tema che ha causato molte polemiche. Come lo giudica?
E’ una forzatura, si tratta di pura propaganda e a me non piace né la propaganda di destra né quella di sinistra. Non a caso noi del Movimento 5 Stelle siamo post-ideologici. Quella norma si presta ad abusi incredibili perché ognuno può dire di essere stato discriminato in quanto omosessuale.
Si torna al sistema di accoglienza simile allo Sprar voluto dall’allora ministro Marco Minniti e abolito da Salvini. Il nome è più complicato, la sostanza è che ci saranno strutture nei Comuni. Come li aiuterete?
Dare una mano ai Comuni per gestire l’accoglienza è giusto, non contesto la necessità di gestire meglio questo aspetto dopo l’abolizione dello Sprar, contesto l’evidente squilibrio tra allargare le maglie ed eliminare ogni forma di deterrenza.
Salvini aveva tagliato le spese che erano oggettivamente troppo alte, fino a 35 euro al giorno a testa per ogni migrante. Adesso come vi comporterete?
Dobbiamo assolutamente contenere le spese per l’accoglienza, piuttosto avremmo dovuto fare investimenti a favore delle forze dell’ordine: il Movimento dovrebbe pesare di più nel comparto difesa e sicurezza. Sarebbe stato meglio un decreto per recepire solo le indicazioni del Quirinale e poi un disegno di legge di ampio respiro per regolamentare tutta l’immigrazione. Bisogna anche lavorare per far rispettare le regole a tutti in Europa sia sul fronte dell’accoglienza, perché Malta non può fare finta di niente, sia sul fronte della redistribuzione.
Quale impatto sociale avrà questo nuovo decreto?
Creerà sicuramente tensioni sociali, su questi temi come Movimento 5 stelle dovremmo essere più incisivi e determinati nel far pesare i nostri voti in Parlamento perché siamo la prima forza a livello parlamentare. Quando si prende una posizione, come sui decreti di Salvini nel governo Conte I, la si può migliorare ma non stravolgere. Cambiare totalmente impostazione per noi politicamente è un problema.