Il Mes “è uno strumento non solo inadatto ma anche del tutto inutile”. Il fondatore del Movimento Cinque Stelle Beppe Grillo sul suo blog chiude la polemica sul Mes e ci mette la faccia per sminare i gruppi parlamentari. Ora il governo traballa un po’ meno
La Mes è finita, andate in pace. Beppe Grillo interviene a gamba tesa sulla vicenda Mes spezzando il lungo silenzio con un post sul suo blog. Si firma Giuseppe Rag. Grillo e sentenzia: il fondo Salva-Stati “è uno strumento non solo inadatto ma anche del tutto inutile per far fronte alle esigenze del nostro Paese in un momento così delicato”.
Di più: l’“assurda discussione sui fondi del Mes” è “una mera perdita di tempo ed energie”. Perché i soldi di quel fondo “convenienti o meno, sempre debito sono. Un debito che ormai ammonta a oltre 150 miliardi e che, prima o poi, dovrà essere ripagato dalle vere vittime morali di tutta questa storia. I giovani e le nuove generazioni”.
Se l’“Elevato” ha deciso di scendere in campo così platealmente significa che la defezione grillina sul Mes spaventa davvero Palazzo Chigi. Quarantadue deputati e sedici senatori hanno firmato una lettera per il governo e il capo politico Vito Crimi chiedendo di dire un sonoro no al fondo Ue. Come non bastasse, lì, in Ue, un’altra fronda, quella “ambientalista” di Ignazio Corrao, se ne è uscita dal gruppo pentastellato pronta ad approdare nei Verdi, ancora una volta tuonando contro il Mes.
Grillo ci mette la faccia, offre una via d’uscita allo stallo messicano della maggioranza. Un intervento che creerà un polverone al Nazareno ma fa anche da parafulmine per la lotta intestina al Movimento. A scanso di equivoci è lui, il fondatore, a dettare la linea. Disinnescando così una mina potenzialmente fatale per l’esecutivo.
Non sfugge a nessuno che il 9 dicembre, quando il Senato dovrà ratificare la riforma del Mes, l’intero governo rossogiallo tratterrà il respiro. A Palazzo Madama, se i dissidenti non si piegano e Forza Italia non fa da stampella alla maggioranza, i numeri traballano come non mai.
Il fondatore non rompe, anzi mette il cappello sul premier, a mo’ di avviso: il “nostro Presidente del Consiglio Giuseppe Conte” ha detto che “disponiamo già di tantissime risorse (fondi strutturali, scostamenti di bilancio, Recovery Fund ecc..) e dobbiamo saperle spendere.
Se proprio quei soldi per la Sanità bisogna reperirli, dice il guru e fondatore del Movimento Cinque Stelle, tanto vale riscuotere l’Imu alla Chiesa Cattolica e far pagare la patrimoniale. “Se sommate – scrive l’ex comico buttando la palla sugli spalti – le due proposte porterebbero nel biennio 2021/2022 all’incirca 25 miliardi di euro subito spendibili e liberi da vincoli di rientro”. O magari reperirli fra le mille pieghe della burocrazia italiana, dove i fondi europei sono soliti incagliarsi per non uscirne più.