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Conte, il Mes, la patrimoniale e lo psicodramma stellato. Parla Giacomoni (FI)

Il deputato azzurro e presidente della commissione di Vigilanza sulla Cdp: i grillini sono confusi e spaccati, questa maggioranza non è autosufficiente. Conte rischia il 9 dicembre? Chiedetelo a lui, a noi le tattiche interessano poco. Voteremo no alla riforma del Meccanismo ma i prestiti per la sanità vanno chiesti subito. E la patrimoniale è una pessima idea…

Verso la crisi di governo? A pochi giorni dal 9 dicembre, giorno del voto in Parlamento sulla riforma del Mes, ci sono, almeno sulla carta, non meno di 16 senatori grillini pronti a non votarla quella riforma che, giova sempre ricordarlo, non comporta l’automatica richiesta degli aiuti previsti dalla linea di credito pandemica, bensì solo l’accettazione del fatto che il Meccanismo di Stabilità tali prestiti può concederli, qualora richiesti.

I numeri a Palazzo Madama, nel giorno in cui Beppe Grillo ha bollato il Mes come un inutile strumento, sono un po’ ballerini. Ma davvero Giuseppe Conte rischia di salire al Quirinale, o molto più semplicemente si sta usando lo spettro della crisi politica per rimettere il governo giallorosso in carreggiata? Formiche.net ha sentito in merito Sestino Giacomoni, deputato di Forza Italia, presidente della commissione di Vigilanza sulla Cdp e rappresentante di quel partito che sì, lo scostamento di bilancio, alias deficit, da 8 miliardi lo ha votato ma no, la riforma del Mes non la sosterrà.

Giacomoni, il Movimento Cinque Stelle sembra proprio essersi spaccato sulla riforma del Mes. E anche FI voterà contro. Che tipo di segnale arriva al governo?

Il Movimento Cinque Stelle è confuso e spaccato: a una settimana dal passaggio parlamentare, che era atteso, perde i pezzi. La maggioranza formata da Pd-M5S e la sinistra sta dimostrando sul Mes, come su altri temi, di non essere autosufficiente.

Magari c’è anche un po’ di merito del centrodestra nell’aver fatto emergere tali problematiche interne alla maggioranza…

Può dirlo forte. Questo è anche un risultato del centrodestra e del presidente Berlusconi che, con le scelte unitarie fatte nelle ultime settimane, dal sì allo scostamento di bilancio, al no al Mes salva-Stati, ha messo in luce tutte le contraddizioni di una maggioranza eterogenea che, di fatto, è minoranza nel Paese.

Perché voterete contro la riforma del Meccanismo di stabilità?

Sul Mes Forza Italia ha, da oltre un anno, una linea chiarissima e la nostra posizione non è mai cambiata. Infatti, il giorno stesso in cui il presidente Berlusconi ha anticipato il voto negativo di FI al Mes salva-Stati, ho retwittato un suo post del 5 dicembre 2019 in cui aveva messo chiaramente in guardia dal rischio della riforma del Mes salva-Stati, così come era stata concepita dalla Germania e dai Paesi del Centro Europa. In un anno le cose sono addirittura peggiorate rispetto ad allora, come ha riconosciuto lo stesso ministro degli Esteri Di Maio. Ecco perché voteremo contro la riforma del Mes salva-Stati.

Però dite di si alla linea di credito. I famosi 37 miliardi…

Continuiamo ad essere a favore, come sempre, nonostante il governo non abbia mai voluto ascoltarci, all’utilizzo del Mes Sanitario perché si tratta di tutt’altra cosa: è una linea di credito conveniente, a tassi pari a zero e senza condizioni, se non quella di essere utilizzati per adeguare e rafforzare il nostro sistema sanitario, ovvero per realizzare reparti Covid, assumere medici ed infermieri, aumentare i posti in terapia intensiva ed anche per distribuire e somministrare il vaccino gratis a tutti. Per questo i 37 miliardi, disponibili sin dal 1° giugno 2020, bisogna chiederli e investirli subito!

Crede siano possibili ripensamenti dell’ultima ora che possano portare a una convergenza governo-centrodestra sulla richiesta dei prestiti?

Allo stato attuale non vedo la volontà di riconoscere le nostre ragioni e quindi non mi pare si delinei alcun margine di quella collaborazione istituzionale alla quale non ci siamo mai sottratti, quando ci sono state le condizioni di attuarla. Vedo che il Movimento Cinque Stelle è in subbuglio, diviso tra i governisti, che hanno scoperto a loro spese che non si può governare solo con gli slogan e le posizioni ideologiche e gli altri, che possono soltanto stare all’opposizione. È un problema del governo e della maggioranza: il centrodestra ha una linea unitaria e questo dimostra ancora una volta che siamo la sola e unica alternativa a questa compagine inadeguata.

Quanto è pericoloso per Conte il passaggio parlamentare del 9 dicembre?

Questo deve chiederlo a lui. Noi non facciamo tatticismi e seguiamo coerentemente le nostre convinzioni, come sempre, nell’interesse dell’Italia e dell’Europa.

Proprio ieri è stato riammesso l’emendamento sulla patrimoniale. Un balletto che non diverte nessuno, men che meno i grandi investitori. Ne conviene?

Nonostante ci provi ogni volta e finga di conoscere i problemi delle imprese e del lavoro, la sinistra italiana è sempre la stessa. Quella che 10 anni fa voleva far piangere i ricchi. Nella pratica le cose sono ancora peggiori: chi possiede beni per 500 mila euro, perché magari li ha ereditati o messi da parte dopo una vita di sacrifici, non può certo dirsi ricco. La patrimoniale è una pessima idea, non solo avrebbe un gettito bassissimo ma allontanerebbe ancora di più investitori esteri e provocherebbe la fuga dei nostri risparmi all’estero. Sarebbe un autogol.

Forse è peggio la confusione sulla patrimoniale della patrimoniale stessa…

Purtroppo questa maggioranza di sinistra gioca sull’ambiguità: prima presenta l’emendamento, poi lo disconosce e lo considera inammissibile, infine lo riammette. Confusione. Come sempre.

Al fisco comunque bisogna metter mano in qualche modo. Gualtieri ha ribadito che nella manovra ci sono i semi della riforma fiscale. Qualche suggerimento?

Mentre loro propongono la patrimoniale, noi sosteniamo la Flat Tax al 15%, per la prima volta nella storia ritenuta ammissibile in Commissione Bilancio a Montecitorio. Insomma, loro sono per la patrimoniale al solo scopo di fare cassa, noi siamo per la Flat Tax, l’unica misura economica in grado di fare ripartire il Paese perché solo detassando l’economia reale potrà crescere. Patrimoniale vs. Flat tax.

Mondi e visioni opposte…

Sta qui la diversità antropologica che ci divide dalla sinistra. Tra Flat tax e patrimoniale c’è tutta la distanza tra Forza Italia e la sinistra.

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