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Da Roma a Londra, così Tripoli cerca la sponda dei partner internazionali

Bashaga, a secco nel supporto interno, si muove verso Londra; la Difesa, vicina alla Turchia, guarda a Roma. Ecco cosa c’è dietro la diversificazione dei contatti

L’ambasciatore britannico per la Libia, Nicholas Hopton, ha discusso con il ministro dell’Interno del Gna, Fathi Bašagha, un piano per l’addestramento di personale di sicurezza e anti-terrorismo. Le due parti hanno parlato, secondo la le informazioni rese note alla stampa dal ministero, dei modi per beneficiare dell’esperienza britannica nel campo della sicurezza e per cooperare su questioni di interesse comune. Vale la pena notare che il ministro dell’Interno libico ha discusso a metà novembre nella capitale francese Parigi, con alcuni funzionari di istituti di sicurezza specializzati nell’identificazione biometrica, l’opportunità di formare partnership con il ministero. Ossia, Tripoli si muove secondo una diversificazione ampia dei partner.

L’incontro tra Hopton e Bašagha s’è svolto giovedì: nelle stesse ore il ministro della Difesa libico, Salahuddin Al-Namroush, arrivava a Roma dove il giorno seguente (ieri) avrebbe rinnovato insieme all’omologo italiano, Lorenzo Guerini, l’accordo sulla cooperazione militare del 2013 che prevede programmi di formazione e training di personale medico e infermieristico libico da parte della struttura ospedaliera militare italiana a Misurata, e a un altro filone di addestramento all’interno delle accademia libiche, nonché le attività di formazione della Guardia Costiera della Marina Militare libica.

L’incontro con Hopton di Bašagha, nonché quello di Guerini con Namroush sono interessanti perché confermano sia quell’attività di diversificazione dei partner, sia (soprattutto) l’attivismo di alcuni personaggi all’interno del Gna, il governo onusiano, in questo momento particolare, in cui è in corso una fitta rete di contatti negoziali sotto egida dell’Onu. Bašagha è stato a lungo parte di un tandem – col presidente del Parlamento – che avrebbe preso la leadership del Paese in un potenziale rimasto prima della elezioni fissate dalle Nazioni Unite per il 24 dicembre 2021. Il ruolo di Bašagha è via via sfumato, tanto che una fonte libica riferisce a Formiche.net che “l’opportunità del ministro di guidare il prossimo governo è diventata pressoché inesistente”.

Tuttavia il ministro continua le sue attività anche per crearsi contatti internazionali che possano fornire dall’esterno l’appoggio che gli manca internamente – in particolare, gli inglesi, sostanzialmente assenti dal teatro libico e mediterraneo, sono particolarmente legati a Misurata, città di Bašagha, dove avevano un distaccamento militare (secondo alcune ricostruzioni che non è possibile confermare, restano nella zona ancora alcune unità di forze speciali britanniche).

Namroush si muove secondo direttive simili sebbene meno ambiziosi: il ministro, che oggi sul Tempo critica l’Italia perché non è intervenuta a dare sostegno militare a Tripoli quando i ribelli dell’Est l’hanno messa a ferro e fuoco, è un asset della Turchia – che invece è l’unico Paese che ha fornito supporto militare al Gna. Le dichiarazioni al quotidiano romano sembrano retoriche, il contatto con l’Italia e gli accordi prolungati testimoniano l’intenzione di quel lato del governo libico e del protettore turco di collaborare con Roma.

(Foto: Facebook, Ministero dell’Interno libico)

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