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Mar Rosso, nuovi attacchi contro il petrolio saudita. Attentato?

Un tank in fiamme nel Mar Rosso dopo essere partito da una raffineria saudita. Tutti presupposti per un’azione degli Houthi o dei Pasdaran

La “BW Rhine“, una nave cisterna battente bandiera di Singapore che trasportava benzina, ha subito a un’esplosione lunedì scorso dopo essere stata colpita da “un oggetto esterno” mentre si trovava a largo di Jeddah. Questo secondo quanto comunicato da Haifna, la compagnia di navi cisterna del gruppo BW che possiede e gestisce la nave. Una fonte del ministero dell’Energia saudita citata dall’agenzia governativa saudita Spa ha invece sostenuto che la nave è stata colpita da un’imbarcazione-bomba, in quello che è stato un “attentato terroristico”.

Associated Press attraverso una propria fonte di Haifna scrive che l’imbarcazione è stata colpita mentre stava caricando e questo “ha causato un’esplosione e conseguente incendio a bordo” – non ci sono stati feriti. Al momento dell’incidente, o dell’attentato per dirla come Riad, la nave trasportava più di 60mila tonnellate di benzina da una raffineria di Aramco a Yanbu, nel Mar Rosso.

“Il comandante ha immediatamente interrotto tutte le operazioni di scarico e ha adottato le procedure di emergenza a bordo”, dice la società. Hafnia ha inoltre affermato che “è possibile che del materiale sia fuoriuscito dalla nave, ma ciò non è stato confermato e la strumentazione attualmente indica che i livelli del petrolio a bordo sono allo stesso livello di prima dell’incidente”.

Finora nessuno ha rivendicato l’attacco. Due i sospetti: primo, i ribelli yemeniti Houthi, che da cinque anni combattono contro una colazione a guida saudita che sta cercando di recuperare l’ordine nel Paese; che hanno già condotto diverse tipologie di attacco contro i sauditi; che sono particolarmente attivi sul Mar Rosso (anche se solitamente più a sud); che potrebbero aver sviluppato capacità tecniche per condurre azioni attraverso barchini esplosivi. Capacità che – e qui siamo nel campo del secondo tipo di sospetti – potrebbero essere state trasmesse ai nordisti yemeniti dai Pasdaran.

L’unità militare teocratica della Repubblica islamica è tra i principali sospettati di aver già sponsorizzato attacchi contro le operazioni di transito del petrolio nel Golfo o nel Mar Rosso. Negli anni scorsi era già successo più volte, e ora ci sarebbero i presupposti per aspettarsi una rappresaglia da parte delle forze più conservatrici di Teheran. Gesti simbolici collegati all’assassinio di uno scienziato nucleare (avvenuto poche settimane fa) e alla ricorrenza dell’uccisione del mitologico generale Qassem Soleimani. La teocrazia ha recentemente minacciato proprio azioni del genere.

La società di sicurezza marittima Dryad Global ha sostenuto che se gli Houthi fossero dietro l’attacco, “rappresenterebbe un cambiamento fondamentale sia nelle capacità di targeting che nelle intenzioni”. I futures sul Brent hanno retto all’incidente.

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