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L’Ue cerca (e trova) Spazio. Ecco l’accordo sul nuovo programma

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Le istituzioni europee hanno raggiunto nella notte l’accordo sul programma spaziale dell’Ue. Avrà a disposizione 14,8 miliardi, per lo più per Copernicus e Galileo. Ora la partita è sulla governance e, soprattutto, sui rapporti con l’Esa. Per l’eurodeputato Salini, relatore del programma, “l’Ue deve scommettere sullo Spazio in quanto settore strategico”

L’Unione europea punta sullo Spazio. Nella notte, le istituzioni comunitarie hanno trovato l’accordo sul Programma spaziale nell’ambito del prossimo quadro finanziario pluriennale (Mff, 2021-2027). Sarà dotato di 14,8 miliardi, con specifiche previsioni sulla nuova governance del Vecchio continente e sui rapporti con l’Esa. L’intesa è arrivata dal trilogo, i negoziati che coinvolgono le tre istituzioni dell’Ue: Parlamento, Consiglio e Commissione. “Ora l’Ue deve giocare fino in fondo la partita dell’innovazione e puntare alla leadership globale, sfruttando appieno le enormi potenzialità del settore”, ha commentato l’europarlamentare Massimiliano Salini, relatore a Strasburgo del programma spaziale europeo (che qui ci aveva raccontato i negoziati).

IL BUDGET

Il budget su cui le istituzioni dell’Unione hanno trovato l’accordo ammonta a 14,8 miliardi di euro, di cui circa 9 miliardi per Galileo ed Egnos (le infrastrutture satellitari per navigazione e puntamento, il cui obiettivo resta l’affrancamento dal sistema americano Gps) e 5,4 miliardi per il sistema europeo di osservazione della Terra, Copernicus. Ci sono poi 442 milioni per altri due programmi su cui l’Ue vorrebbe rafforzare il posizionamento: le comunicazioni satellitari sicure (GovSatCom) e la Space situational awareness (Ssa) per monitorare l’ambiente extra-atmosferico. Tutto questo passerà ora al Coreper, il Comitato dei rappresentanti permanenti degli Stati membri, per il suo endorsement, per poi passare nuovamente a Consiglio e Parlamento per l’adozione dello specifico regolamento. Quest’ultimo potrà essere adottato solo dopo l’Mff 2021-2027.

NUMERI…

La cifra complessiva è considerevole. Ha tenuto botta (più di quanto fatto dalla Difesa) ai difficili negoziati degli ultimi mesi, complice soprattutto la pressione dell’Euro Parlamento sul tema che è riuscita a schivare i rischi di un abbassamento del livello d’ambizione (e di risorse). Nella sua prima proposta, a giugno 2018, la Commissione aveva proposto per il Programma spaziale 16 miliardi di euro. Nel primissimo round negoziale (coordinato dalla presidenza finlandese che era di turno) erano scesi a 12,7, poi progressivamente ri-aumentati fino alla quota attuale. “Lo Space program deve diventare un pilastro del nuovo quadro finanziario pluriennale”, ha spiegato Salini. Il budget accordato, ha aggiunto, è “indispensabile per sostenere la competitività delle nostre aziende sul mercato globale e creare nuovi posti di lavoro per i giovani”.

… E TERMINI

Nell’accordo dell’ultima ora c’è anche l’eliminazione della “end date” che la presidenza tedesca voleva inserire. Si tratta della data di termine al 31 dicembre 2027 che avrebbe costretto a spendere l’intero bilancio entro la fine del quadro pluriennale. A quel punto, però, in caso di negoziati complessi per il passaggio al successivo Mff poteva creare problemi di continuità. “Abbiamo preservato la continuità dei servizi satellitari ai cittadini scongiurando una end date e assicurando l’indispensabile flessibilità temporale rispetto al bilancio pluriennale”, ha spiegato infatti Salini.

IL TEMA DELLA GOVERNANCE

Ora la partita si sposta sulla governance. Come dimostra l’inserimento nella Commissione della Direzione generale Difesa, Spazio e industria (nelle competenze del commissario francese Thierry Breton), l’Unione ha ambizioni notevoli sul settore. Le hanno anche i maggiori Paesi membri, Francia e Germania, fresche di una rinvigorita collaborazione bilaterale sul tema (focus sui lanciatori) targata Bruno Le Maire e Peter Altmaier, i due ministri dell’Economia che si sono incontrati la scorsa settimana. L’Ue, da parte sua, lavora per trasformare la Gsa (con attuale competenza sui programmi di navigazione) in Agenzia spaziale dell’Ue (Euspa), con annessa ridefinizione dei rapporti con l’Agenzia spaziale europea (Esa). La prima è immaginata per diventare contracting authority, mentre la seconda si occuperà dell’attuazione ed esecuzione di programmi. Secondo Salini “l’accordo prevede una cooperazione efficace tra istituzioni Ue grazie a una precisa separazione dei ruoli degli attori, la Commissione europea e l’agenzia Gsa/Euspa da un lato, e le organizzazioni internazionali come l’Esa dall’altro”.

LE OPPORTUNITÀ

“L’Ue – ha rimarcato l’eurodeputato in quota Forza Italia – deve scommettere sullo Spazio in quanto settore strategico, con un potenziale incalcolabile di crescita, che può fare la differenza nei progetti del Recovery plan”. Difatti, “l’industria e la ricerca spaziale europea sono tra le migliori del mondo, un vero pilastro dell’Europa, che vanta una tecnologia satellitare eccezionale sia a monte (upstream), con sistemi come Copernicus e Galileo, sia a valle, nelle attività downstream, dove ha di fronte una vera e propria autostrada di opportunità per l’impiego dei dati prodotti dai satelliti”. D’altra parte, ha concluso, si tratta di “offrire servizi di grande utilità ai cittadini, a partire da soluzioni tecnologiche importantissime anche nella lotta al Covid, come i servizi di monitoraggio e tracciamento”.



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