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Caro Conte, patti chiari governo lungo. Parla Rosato (IV)

Il presidente di Italia Viva mostra i paletti al presidente Conte per andare avanti. Serve collegialità, dal Recovery alla gestione degli 007. Altrimenti le dimissioni dei nostri ministri “sono un’ipotesi concreta”

Italia Viva non molla. La governance sul Recovery Fund diventerà un punto nodale per la tenuta dell’attuale compagine dell’esecutivo. Questa volta però non è un semplice illazione giornalistica. Il suggello porta il nome e il cognome del coordinatore nazionale dei renziani, Ettore Rosato.

Onorevole Rosato, si ventila l’ipotesi delle dimissioni delle ministre Teresa Bellanova e Elena Bonetti. È possibile?

Se non si trova un punto di caduta, un’intesa reale con il Governo, o meglio con il premier Giuseppe Conte, è sicuramente un’ipotesi concreta.

Cos’è precisamente che contestate al governo?

A noi non piace l’idea che l’esecutivo gestisca in maniera piuttosto opaca le procedure legate al Recovery Fund. Noi sappiamo di un elenco di progetti per i quali sono destinate le risorse europee di cui però non abbiamo contezza perché tenute sotto chiave dal Premier. A me, sinceramente, sembra una cosa davvero inaccettabile.

Anche sull’ipotesi di creare una task force per la gestione dei fondi vi lascia perplessi.

Ma certo, rientra tutto nell’ambito della trasparenza e nella necessità che il Parlamento torni ad essere l’organo attorno al quale si articoli l’attività ma anche il dibattito sui temi dei quali il governo si sta occupando. In particolare se riguardano, come in questo caso, risorse importanti finalizzate a rilanciare il Paese. Non si può immaginare di vivere in un Paese nel quale la politica viene di fatto commissariata. Allo stesso modo non siamo più disposti ad accettare blitz sui servizi segreti.

Con le opposizioni com’è il rapporto?

Su questo tema, cioè sul Recovery Fund, vorremmo che il rapporto con tutti i partiti, sia di maggioranza che di opposizione, fosse di leale collaborazione. D’altro canto essendo un progetto a lungo termine occorre che tutti siano coinvolti. Per questo chiediamo a gran voce che il Parlamento torni a svolgere la sua funzione.

Il Governo secondo lei in questi mesi ha depotenziato la funzione dell’Aula?

Posso dire che sicuramente ha contribuito alla marginalizzazione del Parlamento. E aggiungo che, in merito all’opacità a cui prima facevo riferimento, spiace che altri partiti accettino passivamente questa situazione.

Probabilmente è questione di stabilità e rapporti interni tra i principali partner di governo.

È possibile. Ma mi sono convinto anche del fatto che ad altri faccia comodo che sia un partito come Italia Viva a porre determinate questioni. Credo comunque che siano nodi cruciali per un Paese democratico. Si tratta di passaggi procedurali e di rispetto per le istituzioni.

Come giudica il comportamento di Conte nella gestione della pandemia?

Diciamo che i suoi poteri straordinari devono riguardare strettamente la situazione contingente e non devono travalicare la necessità di affrontare la crisi pandemica. E, anzi, credo che a una persona a cui sono affidati poteri straordinari sia richiesto un ulteriore sforzo dal punto di vista del senso dello Stato.

Come valuta la possibilità di un rimpasto di Governo?

Credo sia archiviata. D’altro canto abbiamo i ministri migliori.

La crisi dell’esecutivo è verosimile?

Faremo di tutto per evitarla, salvo indietreggiare sulle nostre idee. Su questo, posso garantire che le porteremo avanti fino alla fine.

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