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Aiutiamo la Merkel, è debole. Dalla Germania 2 grida di allarme

Da un’intervista oggi con Helmut Kohl, cancelliere tedesco e tra i padri fondatori dell’Europa, che si esprime così sul Vecchio Continente: “La Storia ci insegna chiaramente che gli spiriti maligni del passato non sono mai definitivamente cancellati, possono tornare e ritornare ancora. Ciò significa che l’Europa continua ad essere una questione di guerra e pace e che l’idea della pace deve essere ciò che muove l’integrazione europea”. (mia traduzione con Google dal tedesco).
 
Sono parole pesanti come mai sinora mi era stato dato di sentirne da decenni da un politico di tale rilevanza, per di più tedesco. Non possono essere aggirate, dimenticate, sottovalutate.
 
In un’altra rilevante intervista odierna, Nikolaus Schneider, presidente della Chiesa Evangelica tedesca ha avuto modo di sottolineare l’importanza della fratellanza con il popolo greco. Anche lui parla di guerra, ricordando quando la Germania era in condizioni peggiori della Grecia di oggi: “come Chiesa nel senso classico della tradizione Protestante, è nostro profondo desiderio vedere l’Europa rimanere in piedi e lavorare unita. Non solo come comunità economica ma anche come comunità solidale, supportandoci nei momenti difficili. Alla Germania, in un momento persino più difficile di questo alla fine della Seconda Guerra Mondiale, fu accordato un Piano Marshall” (mia traduzione dall’inglese) di ricostruzione. Sottolinea come riforme ed austerità hanno fallito e come ci sia bisogno di un pacchetto di aiuti alla economia greca.
 
C’è preoccupazione in Germania tra chi ha il polso del battito profondo del Paese. E’ bene che l’Europa tutta si muova per aiutare il leader tedesco a fare le scelte giuste. Perché la Merkel, paradossalmente, è debole e va aiutata, con tutte le nostre forze e subito, a capire come cambiare passo e divenire leader di pace e solidarietà.
 
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