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Il governo Conte e il secondo comma dell’art. 88 Cost. La riflessione di Celotto

Obiettivo semestre bianco. Se il governo Conte-bis arriva tutto intero a superare la prossima estate, l’ipotesi delle urne anticipate inizierà a sfumare, forse definitivamente. Il commento di Alfonso Celotto

Il destino del governo Conte II è racchiuso nel primo periodo del secondo comma dell’art. 88 della Costituzione. In 12 parole scritte oltre 70 anni fa. Come mai?

Andiamo con ordine. L’art. 88 della Costituzione recita:

“Il presidente della Repubblica può, sentiti i loro presidenti, sciogliere le Camere o anche una sola di esse. Non può esercitare tale facoltà negli ultimi sei mesi del suo mandato, salvo che essi coincidano in tutto o in parte con gli ultimi sei mesi della legislatura”.

Al secondo comma prevede il c.d. semestre bianco, cioè quel periodo in cui il Presidente della Repubblica, vicino al termine del suo mandato, non può sciogliere anticipatamente le Camere. Il mandato di Sergio Mattarella scadrà il 2 febbraio 2022, per cui – secondo il termine previsto dall’art. 85 Cost. – si inizierà a votare il 2 gennaio 2022.

Ma prima di allora scatterà il semestre bianco. Esattamente dal 2 agosto 2021. Come dispone l’art. 88, 2° comma. Quello di nostro interesse per il destino del governo Conte. In pratica dalla prossima estate si entrerà nella lunga volata che porterà al nuovo Capo dello Stato, per cui da allora non si potranno sciogliere anticipatamente le Camere. Ma – di fatto – diventerà anche ben difficile far cadere il governo, visto che tutte le forze politiche saranno concentrate nella scelta del Capo dello Stato e di tutti i nuovi equilibri connessi.

Ecco allora che se il governo Conte arriva alla prossima estate, dopo di allora diventa ben difficile che possa cadere.
Prima di allora, bisogna capire se occorre un rimpasto per dargli la forza necessaria a traballare meno. Ma il “traballare” dei governi è tipico della forma di governo parlamentare, come ben sapevano anche i Costituenti.



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