Sono più piccoli del palmo di una mano i nuovi mini-droni “Bug” in dotazione alle Forze armate del Regno Unito. Serviranno per operazioni di intelligence e per supportare i militari impegnati in missione con preziose informazioni tattiche. Confermano la spinta di Londra (con cospicui investimenti) all’innovazione militare
Pesano quanto uno smartphone, volano per due chilometri e sono dotati di telecamere ad alta risoluzione e all’infrarosso per impieghi di intelligence e sorveglianza. Sono i nuovi droni “Bug” della Difesa del Regno Unito, realizzati dal campione nazionale Bae Systems e consegnati in un primo lotto di 30 esemplari ai militari britannici.
IL PROGRAMMA
Con un peso di 196 grammi, i mini velivoli a pilotaggio remoto sono sostenuti da quattro piccoli rotori che permetterebbero di sopportare anche “venti forti”. Il singolo assetto entra nel palmo di una mano ed è dotato di una batteria in grado di sostenere quaranta minuti di volo, per un range di due chilometri. I sistemi a bordo consentono di trasmettere in diretta le immagini riprese con la telecamera all’infrarosso all’operatore del drone. È stato sviluppato da Bae Systems in team con Uavtec, piccola azienda del Gloucestershire specializzata in velivoli a pilotaggio remoto di dimensioni contenute. Il Bug ha riscosso un notevole successo durante le prove di volo del recente evento “AWE”, la fiera sulle nuove tecnologie del combattimento aereo organizzata dal Future Capability Group, la nuova struttura (nata lo scorso anno) del ministero della Difesa che ragiona e lavora sull’innovazione in campo militare.
L’INTERESSE MILITARE
L’interesse di Londra per i piccoli sistemi a pilotaggio remoto non è nuovo. Come ricorda il Guardian, l’anno scorso fu annunciato dalla Difesa Uk un budget da 66 milioni di sterline dedicato a progetti di robotica tra cui figuravano anche “mini droni” per impieghi di sorveglianza. Si inserisce in un impegno più ampio in tema di guida autonoma, ormai tra i campi a più forte innovazione per tutte le potenze militari (e non solo). In questo caso spiccano le dimensioni contenute del sistema, utili per missioni di ricognizione, sorveglianza, intelligence e controllo con una svariata quantità di applicazioni in supporto alle Forze armate, anche nei teatri internazionali.
SVILUPPI FUTURI
Il Bug è pensato per fornire informazioni tattiche “anche nelle condizioni meteorologiche più difficili, su ciò che è dietro l’angolo o sulla collina successiva, lavorando in modo autonomo per fornire alle truppe un aggiornamento visivo”. Si punta ora a potenziare la dotazione dei sensori a bordo, nonché sull’integrazione con gli altri sistemi in dotazione alle Forze armate britanniche. Non dovrebbe avere problemi Bae Systems, primo contraente della Difesa di Sua Maestà, reduce da un nuovo contratto da 2,4 miliardi di sterline per la fornitura quindicennale di munizioni alle Forze armate. Anche perché Londra ha deciso di puntare con decisione sul settore della Difesa.
IL PIANO DI LONDRA
Lo scorso mese è stato il premier Boris Johnson ad annunciare un piano di spesa aggiuntivo “alla faccia della pandemia”, per 18,4 miliardi di euro spalmati sui prossimi quattro anni, da aggiungere a un budget di 46,5 miliardi per il solo 2020. Servirà a consolidare la visione strategica della Global Britain, con un focus notevole sull’innovazione tecnologica e sui nuovi domini operativi. Tra le iniziative ci sono la creazione di un’agenzia militare per le applicazioni dell’intelligenza artificiale in ambito militare, e la nascita di un corpo separato denominato “National Cyber Force”.