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Attacco al potere. La democrazia Usa sotto assedio

I supporter di Trump hanno preso possesso di Capitol Hill dopo una manifestazione in cui il presidente uscente era tornato a infuocare i fanatici sull’esito falsato dai brogli delle elezioni Usa2020

Un episodio di terrorismo interno con pochi precedenti, un tentativo di colpo di stato negli Stati Uniti. A Washington è in corso un’insurrezione politica con i supporter di Donald Trump che hanno sfondato la sicurezza di Capitol Hill e hanno fatto irruzione nel palazzo del Congresso, dove si stava rarificando formalmente la vittoria elettorale del democratico Joe Biden alle presidenziali di novembre – la ratifica è un passaggio pro-forma nella democrazia americana, con deputati e senatori convalidano il voto dei Grandi Elettori. Non era mai successo dai tempi della Guerra del 1812 che manifestanti entrassero a Capitol Hill.

“La nostra democrazia è sotto un assalto e una minaccia senza precedenti”, ha detto il presidente Biden: “Questa non è una protesta, è un’insurrezione. Le scese di caos non riflettono l’America”, sottolineando nel suo intervento come la democrazia americana sia stata posta sotto un attacco senza precedenti – il tentativo di sabotare il processo di ricambio dell’amministrazione –, mentre “la democrazia è fragile e deve essere preservata”.

“Capisco il vostro dolore, so che state male, abbiamo avuto un’elezione che ci è stata rubata. Tutti lo sanno, soprattutto l’altra parte, ma ora dovete andare a casa. Serve pace. Serve legge e ordine”, ha invece commentato Trump in un video postato su Twitter – video che il social network ha bloccato completamente, non si può condividere in alcun modo, resta presente, ma è sotto un desclaimer che spiega che la condivisione è bloccata perché farlo può produrre incitamento alla violenza.

(Un commento: Trump sembra finito fagocitato dalla stessa narrazione avvelenata che l’ha creato e che lui ha sfruttato, giocando con un fuoco che non è mai stato in grado di controllare. E adesso il rischio è che la sua avventura presidenziale finisca sotto la sezione IV del 25esimo emendamento, quello che permette di esautorare temporaneamente il presidente dall’ufficio se muore o se non dovesse essere più in grado di esercitare i poteri e i doveri del suo ufficio — il potere passerebbe in mano al vicepresidente attraverso una lettera del gabinetto di governo al Congresso. Siamo nel campo della fantascienza forse, sarebbe uno schiaffo enorme e inaccettabile per Trump, ma anche un messaggio simbolico agli americani e al mondo).

Tutto è accaduto rapidamente, con il presidente uscente che aveva convocato un raduno dei suoi supporter per rincuorarli dopo la sconfitta dei ballottaggi in Georgia, dove i Repubblicani hanno perso due senatori e perso il controllo della Camera Alta, e soprattutto per creare un blocco di pressione contro la ratifica congressuale della vittoria di Biden. Durante la manifestazione, il vicepresidente Mike Pence ha reso pubblico con una lettera che avrebbe avallato la ratifica, contravvenendo a un’esplicita richiesta di Trump – richiesta che però era completamente priva di fondamento, frutto del tentativo, in corso da settimane, di delegittimare la vittoria del democratico.

Da lì è iniziata la mobilitazione verso Capitol Hill. Ci sono stati scontri con la polizia, diversi agenti sono stati feriti e almeno uno portato in ospedale. Scene fino a poco tempo fa impensabili per la democrazia americana. I parlamentari, riuniti in seduta congiunta, sono stati evacuati con la massima urgenza. Trump non ha mai accettato la sconfitta, sostenendo (senza la minima prova) la tesi dei brogli, e dando spazio narrativo a teorie cospirative come quella dei Q-Anon – secondo cui l’Italia avrebbe fatto parte di un complotto per farlo perdere. Dopo che da settimane avvelenava il clima, aveva convocato i suoi fanatici e incitandoli anche poco prima dell’attacco, salvo poi, una volta che la situazione era chiaramente sfuggita di mano, cercato di chiedere di evitare scontri con la polizia – sebbene nel frattempo continuasse a parlare di elezione rubata e polemizzava con Pence (che nel frattempo usciva scortato dai servizi dall’edificio assediato dai radicali trumpisti).

In alcune delle immagini riprese dall’interno dell’edificio, si vedono i supporter di Trump in tenute improbabili – copricapo fatti con corna di bisonte, bandiere sudiste, tenute tattiche militari – che si fotografano tra gli scranni e gli uffici del parlamento. Altre immagini riprendono scontri con la sicurezza interna, altre ancora fanno vedere che uomini del Secret Servici hanno impugnato le armi contro di loro. Per ora si sa che una manifestante è rimasta ferita da un colpo di pistola al collo.

 

Prima dell’insurrezione dei trumpisti, una decina di senatori e oltre un centinaio di deputati del Partito Repubblicano avevano promosso una risoluzione per obiettare alla volontà dei grandi elettori, un fatto più unico che raro, sostenendo – anche in questo caso senza alcuna prova – che ci fossero stati brogli in Usa2020. Questa risoluzione d’obiezione sarebbe stata sottoposta al voto delle due camere, anche se non avrebbe comunque impedito la ratifica della vittoria di Biden perché sia alla Camera che al Senato la gran parte dei legislatori le avrebbe respinte. Tra questi c’era anche il senatore Mitch McConnell, capo di quello che è stata finora la maggioranza repubblicana al Senato e personaggio più influente del suo partito.

Vari leader internazionali hanno commentato on sgomento la situazione di Washington, tra questi anche il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, che ha scritto: “Seguo con grande preoccupazione quanto sta accadendo a Washington. La violenza è incompatibile con l’esercizio dei diritti politici e delle libertà democratiche. Confido nella solidità e nella forza delle Istituzioni degli Stati Uniti”.

 

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