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Biden presidente. La democrazia ha prevalso

Biden e Harris

Il Congresso certifica l’elezione di Joe Biden, 46esimo presidente degli Stati Uniti d’America. Dopo la notte più buia, ecco l’alba della democrazia, che infine ha la meglio. Trump china il capo e riconosce il risultato, ma promette di restare in campo, “è solo l’inizio”

Alla fine vince la democrazia. Il Congresso americano, presieduto dal vicepresidente Mike Pence, ha infine certificato la vittoria di Joe Biden, 46esimo presidente degli Stati Uniti d’America e della vice Kamala Harris, con 306 voti dei grandi elettori contro i 232 del presidente uscente Donald Trump.

Si chiude così una delle notti più buie della storia recente americana. Quattro morti, decine di feriti, le aule di Camera e Senato travolte dall’irruzione di tifosi trumpiani violenti, statue, uffici, simboli sfregiati, scontri con la polizia, e un presidente, Trump, sul filo della connivenza.

L’obiettivo del blitz che ha sconvolto il mondo, bloccare la certificazione del voto, è fallito. Una volta messo in sicurezza il Congresso dalla Guardia Nazionale e dai Servizi segreti, i parlamentari, repubblicani e democratici, senza distinzioni, hanno fatto ritorno in aula per completare quello che avevano iniziato.

O, per dirla con Pence, il vice di Trump ormai caduto in disgrazia per non aver bloccato, su ordine del presidente, il riconoscimento della vittoria di Biden, per rispettare “il volere del popolo”. “Non avete vinto, la violenza non vince mai – si è rivolto poi ai manifestanti dal suo scranno al Senato – hanno tentato di fermare la nostra democrazia, ma hanno fallito”.

Cala così, con un “lets get back to work” del suo vice, il sipario sull’era Trump, chiusa nel peggiore dei modi. Il presidente, cui sia Facebook sia Twitter hanno bloccato il profilo con l’accusa di incitare alla violenza, è infine costretto a chinare il capo, con uno scarno comunicato.

“Nonostante io sia in totale disaccordo con il risultato dell’elezione, e i fatti mi diano ragione”, è l’incipit, la decisione del Congresso “rappresenta la fine del più grande mandato della storia presidenziale americana”. “Ho sempre detto che avremmo continuato la nostra lotta per assicurarci che solo i voti legali fossero conteggiati”. Poi un monito a chi crede che sia fuori dai giochi: “È solo l’inizio della nostra lotta per rendere l’America di nuovo grande”.


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