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Angela Merkel è Formica dell’anno. Ecco perché

Il direttore di Formiche, Flavia Giacobbe, ha consegnato all’ambasciatore di Germania, Viktor Elbling, il numero di dicembre della rivista che, come consuetudine, seleziona la figura più rappresentativa dell’anno

Angela Merkel è la Formica dell’anno 2020. La rivista Formiche, diretta da Flavia Giacobbe, l’ha scelta per l’esemplare gestione dell’emergenza coronavirus e per l’energica presidenza tedesca del Consiglio dell’Unione europea che ha saputo rilanciare con forza e ambizione il progetto comunitario.

UNA FIGURA EUROPEA

Con un ritratto affidato alla penna del giornalista Stefano Cingolani, la cancelliera tedesca viene descritta come custode dell’unità europea, capace di gestire i conflitti portandoli a sintesi. Non solo. Secondo Cingolani “ha commesso molti errori come nella crisi greca, tuttavia senza il suo appoggio Mario Draghi non avrebbe salvato la moneta unica in quel fatidico 2012. Quando tre anni dopo accolse un milione di immigrati tutti le cantarono il De profundis. Invece – conclude il giornalista dalle colonne di Formiche – ha saputo sfidare i sentimenti peggiori del popolo e ha vinto”.

FORMICA DELL’ANNO

Con una cerimonia informale presso la sede dell’Ambasciata della Repubblica Federale di Germania in Italia, il direttore Flavia Giacobbe ha consegnato all’Ambasciatore Viktor Elbling una copia della rivista di dicembre con l’attribuzione della Formica dell’anno 2020 ad Angela Merkel. Negli anni precedenti il riconoscimento era stato attribuito a figure quali Enrico Bondi, Pietro Parolin, Mario Draghi e Liliana Segre.

IL COMMENTO

“Nel 2005 la Cancelliera ha preso un potere che, nonostante i rovesci, non ha più lasciato”, ha scritto Cingolani su Formiche (qui l’articolo completo). “La cancelliera può contare su una gestione del Covid-19 senza dubbio più virtuosa di molti Paesi. Grazie alla capienza degli ospedali, doppia della media europea, e allo spirito di collaborazione. In una repubblica federale dove i Länder hanno poteri ben più forti delle regioni italiane, non sono mancate le divisioni tra autorità locali e centrali. Ma non si è aperta nessuna crisi istituzionale, le divergenze sono state ricomposte secondo quella cultura cooperativa che è una delle componenti più importanti della nuova Germania”. Invece, ha aggiunto il giornalista, Angela Merkel “ha saputo sfidare i sentimenti peggiori del popolo e ha vinto”. Quest’anno, ha aggiunto Cingolani, ha realizzato due mosse magistrali: “La nomina di Ursula von der Leyen alla presidenza della commissione Ue e la svolta che ha consentito il varo del Next generation Fund. Mentre si conclude il suo ciclo in patria, così, si apre un nuovo ciclo in Europa”.

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