Il leader di Italia Viva ha elencato le ragioni della crisi al premier Conte, che sia alla Camera che al Senato aveva sottolineato di non comprenderle. E si è tolto, Renzi, qualche sassolino dalle scarpe, come la proposta di un incarico internazionale…
Vediamo se arriva a 161. In una ventina di minuti Matteo Renzi ha preso la parola al Senato dopo aver aperto, anche se informalmente, una crisi nella maggioranza con il ritiro delle ministre Teresa Bellanova e Elena Bonetti e del sottosegretario Ivan Scalfarotto. Venti minuti circa, quelli di Renzi, in cui ha sottolineato una scelta motivata da ragioni politiche, non personalistiche.
Un focus, quello scelto dal leader di Italia Viva, che dopo le carezze sulla correttezza del premier nella ricerca di dialogo si trasforma poco dopo in uno schiaffo: “Quando sono venuto a trovarla – sottolinea Renzi -, lei mi ha detto con gentilezza se ero interessato a incarichi internazionali. Io, con la stessa gentilezza, ho detto di no, perché in questo momento è in ballo il futuro del Paese non quello di qualcuno di noi”.
E poi le ragioni della crisi. “Saremo maledetti dai nostri figli se non investiamo ora sulla scuola, sulla Sanità. Questi sono temi politici. Potete essere d’accordo o no, ma di questo abbiamo discusso fino ad oggi. Del terzo settore e dell’economia sociale, non di chi deve comprare Monte dei Paschi di Siena appoggiandosi a quegli stessi consulenti che vent’anni fa hanno già combinato sufficienti pasticci”.
Serve un governo più forte, ha spiegato Renzi, perché quella in corso non è una crisi istituzionale ma sanitaria ed economica. “Mi sarei aspettato da lei un elenco ambizioso, non un sommario”, ha ribadito il leader di Italia Viva. “Lei ha avuto paura di salire al Quirinale, perché ha scelto un arrocco che farà comodo a lei ma certo non alle istituzioni”. Invece “ora o mai piu'” bisognava scegliere, “fare un passo in avanti” invece di “preoccuparsi di piazzare qualcuno al posto giusto o garantire qualche poltrona”.
Nessun passo indietro dal leader di Italia Viva che però non svela le carte di Italia Viva, che interverrà nuovamente al Senato con Teresa Bellanova per al dichiarazione di Voto. Ma poi un appello, non solo al presidente del Consiglio Conte, ma anche al Partito democratico, verso cui volge lo sguardo in chiusura del suo discorso: “Martinazzoli disse ‘Non stiamo al gioco, insomma’. La politica è altrove, prima o poi dovrete tornarci, ci troverete lì”.