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Crimi vuole il nuovo governo ma Dibba chiede il voto. Il dilemma M5S

Dal Quirinale il Movimento Cinque Stelle riapre al ritorno di Matteo Renzi in maggioranza ed è subito polemica all’interno. Di Battista minaccia di abbandonare, “arrivederci e grazie”, la Lezzi chiama Rousseau. Ecco cosa può succedere

Più Renzi che Dibba. Il Movimento Cinque Stelle detta la nuova linea dal Quirinale. Uscita dal colloquio con il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, la delegazione guidata dal capo Vito Crimi e dai capigruppo alla Camera e al Senato Davide Crippa ed Ettore Licheri ha aperto ufficialmente a un ritorno di Matteo Renzi e Italia Viva in maggioranza per “un governo politico”.

L’annuncio rischia di accendere la miccia nella polveriera del Movimento. Il primo a rompere le fila è Alessandro Di Battista con un post su Facebook. “Prendo atto che oggi la linea è cambiata” – scrive il leader dell’ala movimentista. Poi l’ultimatum: “Se il Movimento dovesse tornare alla linea precedente io ci sono. Altrimenti arrivederci e grazie”.

Gli fa eco la senatrice pentastellata ed ex ministra per il Sud Barbara Lezzi. Condividendo un post del collega alla Camera Emilio Carelli che riapre a Renzi, parla di “un repentino cambio di linea” e chiede “il voto dei nostri iscritti”. Si aggiunge Nicola Morra, “leggo che siamo più dorotei dei dorotei. Io no!”.

Da Iv non si fa attendere una risposta al miele. “Sono d’accordo con i 5 Stelle, serve una maggioranza solida”, chiosa Ettore Rosato.

È la chiusura di una giornata incendiaria per i Cinque Stelle. Nella mattinata il capogruppo in Commissione Esteri alla Camera Pino Cabras ha depositato un’interrogazione sul viaggio di Renzi in Arabia Saudita, dove è stato ospite di un convegno insieme al principe ereditario Mohammed Bin Salman.

Il documento si chiede “come sia possibile che il leader di un partito che fino a pochi giorni fa esprimeva ministri e sottosegretari possa al contempo ricevere compensi da uno Stato straniero”. Definita “una sciocchezza” da una velina M5S all’Adnkronos, la trovata si è guadagnata una dura reprimenda del ministro degli Esteri Luigi Di Maio, “è inaccettabile incendiare il clima in queste ore”.

A questo punto, riassume su Twitter il costituzionalista Francesco Clementi, il vero bivio è uno solo: “Tra governo e voto anticipato”.

La tensione si taglia col coltello. Anche perché è al Senato che si concentrano i grillini “obiettori di coscienza” sulla riapertura a Renzi. La conta della maggioranza a Palazzo Madama, anche con i renziani di ritorno, promette di restare ballerina.

E al termine delle consultazioni ancora non c’è la più vaga idea di quale governo prenderà il posto del Conte-bis. Dal Colle Crimi ha fatto un solo nome: Giuseppe Conte. Ma l’apertura a Iv dice altro. Si continua a trattare, sospesi su un filo.



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