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Il caso emblematico di Leonard Hayflick e delle cellule Wi-38

In questi giorni il Senato ha discusso e votato una legge che pone dei limiti all’uso dei modelli animali nella ricerca scientifica con l’idea di spingere verso lo sviluppo di metodi alternativi, tra i quali i sistemi che prevedono l’uso di cellule coltivate in vitro. Già oggi la ricerca biomedica, sia di base che applicata, non sarebbe possibile se non fossero state sviluppate le tecniche per coltivare culture umane in vitro. Ma anche l’uso delle colture cellulari non è scevro di problemi etici.

Sul numero del 27 Giugno di Nature è stato pubblicato un articolo di Meredith Wadman ripercorre la storia di una delle linee cellulari più utilizzate e caratterizzate: le cellule umane WI-38 isolate mezzo secolo fa. Una storia di successi scientifici, con notevoli ricadute sulla salute umana. Ma anche una storia di innumerevoli problemi etici, conflitti proprietà intellettuale e di sfruttamento economico. Soprattutto una storia intrecciata in modo indissolubile con la vita di dell’inventore delle cellule: Leonard Hayflick. Per chi fosse interessato, l’articolo è consultabile liberamente su http://www.nature.com/news/medical-research-cell-division-1.13273

Di seguito un breve riassunto per mettere in luce alcuni aspetti di questa vicenda.

Le cellule WI-38 (un acronimo per Wistar Institute numero 38) sono state isolate Leonard Hayflick quando lavorava al Wistar Institute di Anatomia e Biologia a Philadelphia in Pennsylvania. Il loro successo deriva dal fatto di essere state la prima linea cellulare umana normale ad essere isolata. Tutte le linee cellulari allora disponibili, infatti, derivavano da tumori e contenevano quindi un genoma alterato. Ma questo pregio si accompagna ad un “peccato originale” che ha segnato la storia delle WI-38 fino ad oggi: sono state ottenute da un aborto.

Perché Hayflick ha deciso di isolare delle cellule da un aborto? All’epoca Hayflick voleva studiare se alcuni tumori umani potessero avere una causa virale. Per questo aveva bisogno di lavorare con cellule umane normali e pensò che le cellule fetali potessero essere un buon modello in quanto avevano meno probabilità di essere state già esposte a infezioni virali. Dato che negli Stati uniti l’aborto era illegale Hayflick decise di recupeare i feti in Svezia (mai porre limiti agli scienziati; troveranno qualche angolo del mondo dove aggirare le regole. Come fanno tutti del resto). Nel giugno del 1962, ricevette un feto femminile dal Karolinska Institutet di Stoccolma. Ne ha sminuzzato i polmoni con dei bisturi e ha liberato le cellule dai tessuti utilizzando enzimi digestivi. Le cellule sono state poi trasferite in bottiglie per culture cellulari, contenenti in un apposito terreno nutriente, e cresciute in un termostato a 37° ad atmosfera controllata. Con il tempo ci sono state centinaia di bottiglie di WI-38. Con un piccolo esercito di tecnici, Hayflick ottenne più di 800 fiale di vetro congelate in azoto liquido e conservate nei sotterranei dell’Istituto.

Durante i suoi frequenti voli all’estero, Hayflick spesso portava con sé un vasetto di azoto liquido contenente fiale di WI-38. Altri tempi; c’erano meno controlli e regolamentazioni per i voli aerei. In questo modo, Hayflick ha consegnato a mano le cellule di mezzo mondo e ha contribuito al loro successo. Ma il vero interesse per le WI-38 è nato dal loro impiego per lo studio dei virus: nel 1967, le cellule sono diventate modello in uno studio dell’Organizzazione Mondiale della Sanità di virus che causano infezioni del tratto respiratorio.

Le cellule WI-38 hanno contribuito a salvare più vite di qualsiasi altra linea cellulare. Infatti, sono state utilizzate per produrre una serie di vaccini. Tra questi il vaccino per la rosolia, attualmente commercializzato dalla Merck negli Stati Uniti e da GlaxoSmithKline in Europa e in Australia. Altre case farmaceutiche hanno utilizzato le stesse cellule per i vaccini contro la rabbia, l’adenovirus orale, la poliomielite, la varicella e l’herpes zoster. E le cellule vengono utilizzate anche per studiare invecchiamento e cancro.

Ma il successo è stato alla base anche di una battaglia legale per la proprietà della linea cellulare tra Hayflick e l’ente finanziatore delle sue ricerche, il National Institutes of Health (NIH). Battaglia che ha sollevato una serie di domande sullo sfruttamento commerciale delle scoperte scientifiche. Le cellule WI-38 hanno permesso alle compagnie che producono vaccini di sviluppare giri di affare miliardari, ma la famiglia del feto non ci ha guadagnato nulla e Hayflick ci ha rimesso il posto di lavoro. Un’inchiesta dell’NIH, i cui risultati sono stati resi pubblici su Science e sul New York Times, stabiliva che Hayflick aveva venduto “proprietà del governo degli Stati Uniti”. In effetti, Hayflick, nella sua battaglia per la proprietà delle cellule, aveva sottratto alcune delle ampolle di cellule e le aveva vendute, mettendo però il ricavato su un conto terzo in attesa che il problema legale venisse risolto.

Come in un film di Hollywood, la vita di Hayflick è stata completamente distrutta dalla battaglia con NIH: è stato licenziato dalla Stanford University (dove si era trasferito) ottenendo un sussidio di disoccupazione di 104 dollari a settimana. Contemporaneamente gli sono state requisite dal NIH tutte le cellule mentre era in una conferenza. Hayflick stato anche oggetto di una indagine penale intentata dalla Stanford University per tutelarsi contro eventuali problemi connessi ad un possibile furto di proprietà governative. Fortunatamente, l’accusa è stata poi lasciata cadere, perché priva di fondamento. Nel frattempo, alcuni produttori di vaccini, temendo una scarsità di cellule WI-38, iniziarono ad utilizzare un ceppo alternativo di cellule fetali, le MRC-5.

La situazione è cambiata quando è stato approvato il Bayh-Dole Act che ha dato agli Istituti di ricerca il diritto di rivendicare la proprietà delle invenzioni fatte con fondi del governo, a patto di lasciare parte dei proventi agli inventori. Grazie a questa legge è stato firmato un accordo con il Dipartimento di Giustizia che ha consentito ad Hayflick di tenere 6 delle 800 fiale originali di WI-38. Ha potuto tenere anche i proventi delle vendite delle ampolle di WI-38: circa $ 90.000 inclusi gli interessi. Meno di quanto aveva speso per avvocati.

Ma a rendere interessante la storia di queste cellule c’è un altro aspetto connesso a valutazioni etico-religiose: le cellule WI-38 derivano da un feto abortito. Per 40 anni, gli attivisti anti-aborto hanno protestato contro l’uso delle WI-38. Nel luglio del 1973 manifestanti anti abortisti hanno protestato contro il fatto che cellule WI-38 potessero essere utilizzate in un esperimento in assenza di gravità sullo Skylab 3. E sono giunti a bloccare il lancio della navetta spaziale. Più importante è stata la protesta contro l’uso di vaccini prodotti in WI-38. Alcuni gruppi di anti-abortisti sono arrivati a chiedere al Vaticano di pronunciarsi sull’uso di tali vaccini da parte di un cattolico. Dopo averci pensato su due anni, nel 2005 il Vaticano ha risposto sostenendo che in assenza di alternative è meglio essere vaccinati con vaccini fatti in WI-38 piuttosto che creare gravi rischi per la propria prole o per la popolazione nel suo complesso. Ma il Vaticano ha esortato anche i fedeli cattolici ad “impiegare tutti i mezzi leciti, al fine di rendere la vita difficile per le industrie farmaceutiche” che utilizzano tali cellule. Uno degli obiettivi di questa lotta è stata la Merck, un importante produttore del vaccino antirosolia messo a punto da Plotkin in cellule WI-38. E Plotkin ironicamente è solito commentare che ” il vaccino antirosolia ha prevenuto migliaia di aborti, molti di più di quelli impediti dai religiosi cattolici”.

Ma i problema più importante rimane sicuramente quello dei profitti connessi allo sfruttamento industriale della scoperta. Hayflick sostiene che ci sono almeno quattro soggetti che hanno titolo a rivendicare dei diritti economici sulle WI-38 (e lo stesso vale per ogni alta coltura cellulare umana): i donatori di tessuti, gli scienziati il cui lavoro ha dato valore al sistema, l’istituzione degli scienziati e l’Ente finanziatore.
Hayflick per decenni ha conservato le sue fiale di WI-38 nel garage della sua casa in California. Nel 2007, le ha donate al Coriell Institute di Camden, nel New Jersey, una Biobanca di cui si fida. Ma anche quello delle Biobanche è un campo ricco di problemi legati all’etica.


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