La rosa dei candidati a capo della Polizia e direttore generale della Pubblica sicurezza, una delle cariche più importanti e delicate, è molto ristretta: tre nomi sulla carta, meno nella realtà. L’approfondimento di Stefano Vespa
La nomina di Franco Gabrielli, 61 anni appena compiuti, a sottosegretario alla presidenza del Consiglio con delega ai Servizi ha sorpreso certo non per le qualità del prefetto che dal 2016 era capo della Polizia, ma perché certe rivoluzioni si preparano con calma. Quindi, oltre alla conferma che quando si vuole le notizie restano riservate, è molto probabile che Gabrielli accettando la proposta di Mario Draghi avrà discusso con lui anche della sua successione che sarà definita quasi certamente nel prossimo Consiglio dei ministri.
Prima del toto-nomi, è opportuno soffermarsi sulla delega che non riguarda solo l’intelligence, ma la “sicurezza della Repubblica”. È la prima volta e apre uno scenario interessante e complesso. Gabrielli sarà il più stretto collaboratore del presidente del Consiglio per affrontare una situazione difficilissima perché la crisi economica derivante dalla pandemia può sfociare in crisi sociale e in problemi di ordine pubblico ed è decisivo un coordinamento al massimo livello tra intelligence e forze dell’ordine. In filigrana, questo incarico assomiglia all’embrione di un ministro della Sicurezza che secondo molti dovrebbe essere previsto da una nuova legge sull’intelligence che adegui quella del 2007 ormai troppo vecchia. E’ possibile che tra i compiti di Gabrielli ci sarà anche quello di trovare una sintesi tecnico-politica sulla nuova legge.
La rosa dei candidati a capo della Polizia e direttore generale della Pubblica sicurezza, una delle cariche più importanti e delicate, è molto ristretta: tre nomi sulla carta, meno nella realtà. Chi ha forse più probabilità di succedere a Gabrielli è il prefetto Lamberto Giannini, che a 57 anni ha un’eccellente carriera antiterrorismo alle spalle e ha diretto la Direzione centrale della Polizia di prevenzione fino allo scorso dicembre quando il Consiglio dei ministri lo nominò capo della segreteria del Dipartimento di Ps, ruolo strategico nella Polizia e di fatto braccio destro di Gabrielli che lo scelse magari pensando a un passaggio di consegne programmato più in là. I successi nella prevenzione antiterrorismo degli ultimi anni, con arresti ed espulsioni di soggetti pericolosi, sono il fiore all’occhiello dell’Ucigos di Giannini e dei suoi più stretti collaboratori come Claudio Galzerano, da poco capo dell’antiterrorismo dell’Europol, Eugenio Spina e Diego Parente.
Il vicario di Gabrielli è il prefetto Maria Luisa Pellizzari, prima donna a diventare numero 2, nominata lo scorso novembre a 61 anni e con una lunga carriera di successi: tra l’altro, è stata capo del Servizio centrale operativo, ha lavorato alla Dia, ha coordinato le indagini che hanno portato all’arresto degli esecutori della strage di Capaci e alla cattura di numerosi latitanti mafiosi, tra cui Luca Bagarella, è stata direttore del Servizio polizia stradale e direttore centrale degli Istituti di istruzione.
Il prefetto Vittorio Rizzi, 61 anni, è un altro dei vice di Gabrielli come direttore generale della Polizia criminale dopo essere stato Direttore centrale anticrimine. Ha diretto le squadre mobili di Venezia, Milano e Roma ed è stato responsabile delle Gruppo investigativo “Marco Biagi” a Bologna, quindi direttore del servizio polizia stradale, questore di L’Aquila e direttore dell’Ispettorato di pubblica sicurezza di Palazzo Chigi.
L’eredità di Gabrielli non sarà facile. L’incarico di capo della Polizia per prassi non ha scadenza (l’unica eccezione fu il mandato biennale deciso da Matteo Renzi nel 2016 proprio per Gabrielli, confermato senza scadenza da Paolo Gentiloni nel 2018) e la nuova autorità delegata ha avuto esperienze a tutto tondo nella sicurezza tanto che gli piace ricordare di aver lavorato nella “safety” e nella “security”: Digos, direttore del Sisde-Aisi nel 2006-2008, capo della Protezione civile (la sicurezza chiamata “safety”), prefetto di L’Aquila il giorno del terremoto 2009 e di Roma, capo della Polizia. Una Polizia riorganizzata a fondo in pochi anni, dall’antiterrorismo alla creazione degli Affari interni alla maggiore attenzione per la sicurezza cibernetica nella Polizia postale. Chi prenderà il suo posto guiderà una macchina ben oliata.