Riccardo Pedrizzi analizza gli ultimi discorsi pubblici del premier Mario Draghi, partendo dall’intervento all’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano in occasione del conferimento della Laurea Honoris causa in Economia. Evidente l’ispirazione alla dottrina sociale cattolica con alcuni riferimenti. Ecco quali
Pochi commentatori, per la verità, hanno colto lo spirito che permeava il discorso che Mario Draghi ha tenuto nel corso della presentazione del suo governo, ma – come si ricorderà – anche nei suoi interventi all’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano, l’11/10/2019, in occasione del conferimento della Laurea Honoris causa in Economia ed al Meeting di Rimini dello scorso 18 agosto.
Forse per disattenzione o forse per malafede sono stati, infatti, o del tutto ignorati o, addirittura travisati i riferimenti alla dottrina sociale cattolica. Vediamoli, quindi, questi richiami.
Innanzitutto quello al “Bene comune”: “…Un esecutivo come quello che ho l’onore di presiedere,… è semplicemente il governo del Paese. Non ha bisogno di alcun aggettivo che lo definisca. Riassume la volontà, la consapevolezza, il senso di responsabilità delle forze politiche che lo sostengono alle quali è stata chiesta una rinuncia per il bene di tutti”.
Quello alla solidarietà intergenerazionale: “… Ogni spreco oggi è un torto che facciamo alle prossime generazioni, una sottrazione dei loro diritti… Nella speranza che i giovani italiani che prenderanno il nostro posto, anche qui in questa aula, ci ringrazino per il nostro lavoro e non abbiano di che rimproverarci per il nostro egoismo”.
Quelli alla solidarietà geografica: “Benessere, autodeterminazione, legalità, sicurezza sono strettamente legati all’aumento dell’occupazione femminile nel Mezzogiorno. Sviluppare la capacità di attrarre investimenti privati nazionali e internazionali è essenziale per generare reddito, creare lavoro, invertire il declino demografico e lo spopolamento delle aree interne. Ma per raggiungere questo obiettivo occorre creare un ambiente dove legalità e sicurezza siano sempre garantite”.
Condivisibili poi sono le sue preoccupazioni sulle “ferite profonde nelle nostre comunità, non solo sul piano sanitario ed economico, ma anche su quello culturale ed educativo” e sulla inadeguatezza del “nostro sistema di sicurezza sociale squilibrato, non proteggendo a sufficienza i cittadini con impieghi a tempo determinato e i lavoratori autonomi”, che dimostrano come Draghi sia sensibile al tema della giustizia sociale e dalla povertà: “Si è anche aggravata la povertà. I dati dei centri di ascolto Caritas, che confrontano il periodo maggio-settembre del 2019 con lo stesso periodo del 2020, mostrano che da un anno all’altro l’incidenza dei “nuovi poveri” passa dal 31% al 45%: quasi una persona su due che oggi si rivolge alla Caritas lo fa per la prima volta. Tra i nuovi poveri aumenta in particolare il peso delle famiglie con minori, delle donne, dei giovani, degli italiani, che sono oggi la maggioranza, 52% rispetto al 47,9% dello scorso anno, e delle persone in età lavorativa, di fasce di cittadini finora mai sfiorati dall’indigenza.
Nel pensiero di Draghi c’è anche la centralità del lavoro: “A pagare il prezzo più alto sono stati i giovani, le donne e i lavoratori autonomi. È innanzitutto a loro che bisogna pensare quando approntiamo una strategia di sostegno delle imprese e del lavoro, strategia che dovrà coordinare la sequenze degli interventi sul lavoro, sul credito e sul capitale… Centrale sono le politiche attive del lavoro”.
Inoltre ci piace sottolineare, anche per rettificare alcune interpretazioni di nostri amici, ai quali ci lega un idem sentire cattolico, come il nuovo presidente del Consiglio sposi e condivida un altro principio fondamentale della dottrina sociale cattolica, quello della “sussidiarietà”: “Gli Stati nazionali rimangono il riferimento dei nostri cittadini, ma nelle aree definite dalla loro debolezza cedono sovranità nazionale per acquistare sovranità condivisa. Anzi, nell’appartenenza convinta al destino dell’Europa siamo ancora più italiani, ancora più vicini ai nostri territori di origine o residenza. Dobbiamo essere orgogliosi del contributo italiano alla crescita e allo sviluppo dell’Unione europea. Senza l’Italia non c’è l’Europa. Ma fuori dall’Europa c’è meno Italia”.
In pratica Draghi applica ai rapporti con l’Europa il motto, lo slogan della dottrina sociale della Chiesa che è appunto: “Tanta libertà quanto è possibile, tanto Stato (Europa) quanto è necessario”.
Ancora: espliciti e testuali sono i richiami al magistero di papa Francesco, quando lo cita, riferendosi all’enciclica “Laudato Sì”: “Le tragedie naturali sono la risposta della terra al nostro maltrattamento. E io penso che se chiedessi al Signore che cosa pensa, non credo mi direbbe che è una cosa buona: siamo stati noi a rovinare l’opera del Signore”.
Per concludere, come noto, il cuore della dottrina sociale cattolica è l’uomo, la persona, la sua centralità e la sua dignità e per Mario Draghi al centro di tutta la sua concezione della società (che chiama comunità) e dell’uomo ci sono in particolare le donne: “La mobilitazione di tutte le energie del Paese nel suo rilancio non può prescindere dal coinvolgimento delle donne… Una vera parità di genere non significa un farisaico rispetto di quote rosa richieste dalla legge: richiede che siano garantite parità di condizioni competitive tra generi… superando la scelta tra famiglia e lavoro”.
E ci sono i giovani, ai quali ha dedicato gran parte dei suoi interventi alle Camere, all’Università del Sacro Cuore di Milano ed al Meeting di Comunione e Liberazione: “Nonostante sia la generazione meglio istruita di sempre, i giovani stanno pagando un prezzo troppo alto per la crisi. Per evitare di creare una generazione perduta dobbiamo agire in fretta”. “I sussidi servono a sopravvivere, a ripartire. Ai giovani bisogna però dare di più: i sussidi finiranno e se non si è fatto niente resterà la mancanza di una qualificazione professionale, che potrà sacrificare la loro libertà di scelta e il loro reddito futuri”.
Ed infine ci pare molto importante la sua visione complessiva dell’uomo e della vita orientata dall’etica: “Non voglio fare oggi una lezione di politica economica, ma darvi un messaggio di natura etica per affrontare insieme le sfide che ci pone la ricostruzione e insieme affermare i valori e gli obiettivi su cui vogliamo ricostruire le nostre società, le nostre economie in Italia e in Europa”.