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Libia. Arrestato da Haftar uno dei responsabili di un rapimento di italiani

Tra i tre arrestati durante un blitz delle forze di Haftar c’è un leader jihadista che secondo fonti libiche era responsabile del rapimentodi cittadini italiani

Secondo fonti libiche, tra i tre baghdadisti catturati dalle forze di Khalifa Haftar questa mattina a Ubari ci sarebbe un terrorista coinvolto nel rapimento di cittadini italiani. Il suo nome è Muhammad Miloud Muhammad, è noto come “Abu Omar”, è uno dei leader del gruppo fin dal 2015 (anno in cui a Sirte lo Stato islamico aveva creato una realtà molto importante), e ha avuto contatti con l’emiro dell’Is In Libia, Abu Moaz al-Iraqi, che è stato ucciso nella città di Sabha nel settembre scorso.

La notizia sul ruolo di Miloud sul rapimento di italiani è confermata dagli hafatariani, sebbene a questo punto diventa non chiaro a chi ci riferisca, perché non coincidono le date con il numero indicato a proposito dei rapiti.

È possibile che siano due italiani rapiti a Ghat, nel 2016, per i quali probabilmente fu pagato un riscatto. Oppure potrebbe trattarsi della vicenda indicata inizialmente a Formiche.net, ossia quella del 20 luglio del 2015, quando quattro tecnici della ditta Bonatti – un’azienda di Parma che si occupa di montaggi industriali, montaggi elettro-strumentali, costruzione impianti di gas e petrolio – furono rapiti non lontano da Tripoli, dove lavoravano per la Mellitah Oil and Gas (società partecipata da Eni con la petrolifera locale). Due di loro, Salvatore Failla e Fausto Piano rimasero uccisi il 3 marzo 2016 durante uno scontro a fuoco tra lo Stato islamico e le milizie tripoline che compongono tuttora le unità di sicurezza del governo onusiano. Gli altri due, Filippo Calcagno e Gino Pollicardo, furono liberati il giorno successivo. Sul rapimento e su quanto successo nel tragico momento dell’uccisione ci sono ancora lati non chiari.

Miloud avrebbe avuto ancora un ruolo prominente nell’attuale organizzazione del gruppo: dopo la sconfitta dell’organizzazione a Sirte (nell’operazione condotta dalla milizie di Misurata assistite dalle forze statunitense e italiane, nella città c’è ancora un ospedale da campo MIASIT usato ai tempi per assistere i feriti), il leader jihadista si è rifugiato nel sud e a Ubari ha costituito una cellula operativa con contatti con le realtà circostanti – per esempio pare che avesse connessioni con Abu al-Walid al-Sahrawi, il comandante dell’Is in Mali e Niger, ex Fronte Polosario è noto già in Italia per aver rapito l’italiana Maria Sandra Mariani nel 2011 in Algeria (l’anno successivo invece aveva chiesto il riscatto per la liberazione di tre cooperanti rapiti presso il quartier generale del Polisario a Rabuni, tra cui l’italiana Rossella Urru e due cittadini spagnoli).

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