La lezione dell’esperto di media Derrick de Kerckhove al Master dell’Università della Calabria diretto da Mario Caligiuri
Derrick De Kerckhove, esperto di media di livello internazionale e allievo di Marshall McLuhan, ha tenuto una lezione dal titolo “Scontro tra intelligence” nel corso del Master in Intelligence dell’Università della Calabria, diretto da Mario Caligiuri.
Esistono quattro forme di intelligenza che si sono sviluppate e succedute nel corso dei secoli – orale, alfabetica, digitale e infine artificiale, ha spiegato. “L’intelligenza artificiale – ha affermato – è stata poco valorizzata verso la fine degli anni Novanta. Ma successivamente con l’utilizzo dei big data, del Machine Learning e della potenza crescente nel Central Processing Unit, CPU presente in ogni computer, ha acquisito un ruolo sempre più importante. Nel prossimo futuro prenderà il sopravvento, invece, l’Intelligenza quantica, che ha una natura globale e per due motivi: ingloba e utilizza tutti i parametri, i saperi e le intelligenze ed è necessaria a tutti i Paesi del mondo”.
Il termine “intelligenza” – ha precisato – deriva da “inter-legere, ossia legare le cose insieme, connetterle. Mentre l’intelligenza artificiale è lineare, poiché un bit, un segnale segue un altro. L’intelligenza quantica, invece, riesce a unire tutte le dimensioni, con una visione d’insieme dei fenomeni. “La connettività – ha affermato dunque de Kerckhove – è la caratteristica principale dell’intelligenza ed è propria dell’organizzazione mentale naturale”.
Tutte le forme di intelligenza – ha detto de Kerckhove – dipendono da connessioni. Anche l’intelligenza degli esseri viventi, siano essi animali o uomini, si è sviluppata nel corso dei millenni attraverso le connessioni. Ovviamente le connessioni sono maggiori negli uomini che negli animali e dipendono dalla cultura e dal luogo in cui si è nati e si vive. Per esempio, ha detto il docente, “il fatto che in Europa le persone scrivano da sinistra verso destra ha una spiegazione razionale, non è un automatismo creato dal cervello, ma deriva dall’organizzazione della scrittura pensata e creata da una determinata civiltà. Infatti in Oriente, dove si è sviluppata la cultura semitica, la maggior parte delle persone scrivono e leggono da destra verso sinistra”. Questo non implica che sono meno ‘intelligenti’ degli Occidentali, ma che la loro scrittura non essendo indipendente del contesto per mancanza di vocali (non indispensabili per rappresentare una lingua dove il lessico è costituito di consonanti e i fonemi vocali sono solamente destinati a indicare i rapporti grammaticali tra le parole), ci obbliga a conoscere di cosa si tratta nel testo non solo per capirlo, ma più di tutto per leggerlo. Noi possiamo tranquillamente leggere il polacco senza conoscere la lingua, in lettere ebree non si può. Perché c’entra? Perché l’accesso completo via la scrittura alla lingua ci permette di spostare il testo da uno contesto a un altro e così inventare (finzione o tecnologie).
“Nella cultura orale – argomenta – l’uomo aveva necessità di condividere il linguaggio non solo per comunicare con i suoi simili ma anche per dare vita non solo all’organizzazione sociale ma anche alle dimensioni politiche e religiose che si basano sul linguaggio orale e sulla comunicazione tra soggetti. Tutto questo significa che è l’abitudine che orienta la nostra mente, in maniera del tutto incosciente, a leggere, scrivere o comunicare in un determinato modo, condizionando il nostro orientamento spaziale”.
“La cultura digitale – ha poi sostenuto – ha rappresentato il ‘Big Bang’ dell’intelligenza connettiva. Basti pensare all’invenzione del World Wide Web, uno dei principali servizi di internet che permette di navigare ed usufruire di un insieme vasto di contenuti. Fondamentale anche l’invenzione del TAG che permette l’interconnessione tra tutti gli aspetti e le parole pertinenti per una determinata ricerca. Con i TAG, inoltre, si dissolve la gerarchia dei dati molto rigida passando a una molto più flessibile. Ma il grande salto del Web arriva con l’algoritmo Page Ranking di Google, che assegna a una pagina web un valore numerico in base alla quantità e qualità dei link che una specifica pagina riceve. Pertanto, il Page Ranking dà vita ad un’intelligenza totalmente nuova ossia all’intelligenza della valutazione”.
De Kerckhove ha poi proseguito sostenendo che “con il machine learning si arriva ancora ad una evoluzione importante dell’intelligenza artificiale. Infatti mentre i programmi iniziali davano solo delle risposte in base a dati già inseriti, oggi si è in grado di leggere continuamente i dati grezzi, combinandoli con la conoscenza esistente e producendone una nuova. Sono in grado, in definitiva, di dare nuove risposte e nuove spiegazioni”.
“In un futuro prossimo – ha affermato – dal mondo dell’intelligenza artificiale arriverà il Generative Pre-training Transformer-3 (GPT-3), un’invenzione dell’azienda OpenAI finanziata da Elon Musk. Il GPT3 è l’intermediario tra l’intelligenza artificiale della cultura digitale e quella della cultura quantistica, essendo un modello di predizione linguistica, capace di produrre articoli come si scritti da giornalisti professionali o realizzare un software funzionante a partire di semplici commandi. Può, inoltre, generare immagini, comporre musica, trovare nuove idee di business, scrivere testi, poesie, creare post su blogger, compiere operazioni bancarie. Il GPT3 cambierà il modo di lavorare, poiché simula molto bene le prerogative e le caratteristiche umane. Inoltre l’arrivo 5G, cambierà ulteriormente la realtà dell’intelligenza artificiale, collegando velocemente algoritmi, società, persone e ambiente. Tutto questo, in definitiva, cambierà il modo di vivere e di lavorare degli esseri umani, i quali genereranno dati comportamentali che verranno comprati e venduti sui mercati virtuali”.
“In definitiva – ha concluso de Kerckhove – per comprendere quello che sta accadendo nella società è importante distinguere le figure dello sfondo. Le figure visibile delle culture escono di sfondi sconosciuti, secondo Marshall McLuhan, il quale affermava che per capire come funziona una società bisogna scoprire il suo sfondo, ossia la sua base dalla quel si proiettano le sue figure. Dunque per comprendere la base delle culture che si sono succedute nel corso del tempo e che hanno dato vita all’intelligenza orale, alfabetica, digitale e quantica, è necessario riconoscere e comprendere quali sono le caratteristiche e linee direttrice del loro sfondo”.