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Napolitano: “La riforma del lavoro non è solo l’art.18”

“Per poter dare un giudizio” sulla riforma del lavoro “bisogna vedere il quadro di insieme”. Questa la risposta del Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, alle domande dei giornalisti sulla riforma del mercato del lavoro.
E dunque “attendiamo di vedere come va la riunione di giovedì che deve decidere il quadro complessivo della riforma del mercato del lavoro, la quale non può essere identificata con la sola modifica dell´articolo 18”.
“Io mi auguro – ha aggiunto- che ci sia attenzione e misura nel giudizio da parte di tutti. Poi, naturalmente, dopo che il governo avrà dato forma legislativa ai provvedimenti conseguenti – ha sottolineato Napolitano- la parola passerà al Parlamento”.
 
Intanto la Cgil non fa passi indietro. “Il messaggio che Monti vuole portare in giro è che in Italia si può licenziare facilmente”. Lo ha detto il segretario generale della Cgil, Susanna Camusso, durante la conferenza stampa dopo il direttivo di Corso Italia.

“Siamo di fronte a un governo – ha aggiunto – che alla fine scarica sui lavoratori, sui pensionati e pensionandi tutti i costi delle riforme che vengono fatte”.
Proclamato un pacchetto di 16 ore di sciopero, 8 delle quali in un´unica giornata. E´ quanto ha proposto la segreteria confederale al comitato direttivo come risposta alla riforma del mercato del lavoro delineata dal Governo e, in particolare, sull´art.18.
La data per le 8 ore di sciopero generale sarà decisa in base al calendario della discussione parlamentare sulla riforma. Le altre otto ore saranno decise a livello territoriale per fare delle assemblee nei luoghi di lavoro. Sono in programma anche manifestazioni territoriali.
 

Oggi doveva essere il giorno decisivo  per la riforma del mercato del lavoro quello di ieri, ma alla fine di una giornata di incontri è stato tutto rimandato a domani.

 
Cambia l´articolo 18 dello Statuto dei lavoratori, ma i sindacati sono divisi. Le parti sociali sono tutte d´accordo, ha detto il premier Mario Monti, con l´eccezione della Cgil. Ma “la partita è chiusa”. Anche se “né oggi né giovedì ci sarà un accordo firmato” con le parti sociali: “l´interlocutore è il Parlamento”.
 
Nella proposta che verrà presentata alle Camere, non ancora deciso se sotto forma di decreto o di legge delega, le modifiche all´articolo 18 varranno per “tutti i lavoratori” e non solo per i nuovi assunti. Il reintegro è previsto solo per i licenziamenti discriminatori, per quelli disciplinari deciderà il giudice tra reintegro o indennizzo mentre, per quelli per motivi economici, è previsto solo l´indennizzo, ha spiegato il ministro del Welfare, Elsa Fornero.
 
Un nuovo round è stato fissato per Giovedì, e quello sarà l´incontro conclusivo. Il Governo, ha spiegato il premier, presenterà i testi definitivi e si redigerà il verbale contenente i giudizi delle parti sociali.
“L´accertamento che abbiamo voluto condurre con scrupolo ci ha portato a concludere che tutte le parti sociali consentono all´articolo 18 nella formulazione nuova, a eccezione della Cgil, che ha manifestato una posizione negativa”, ha detto Monti al termine dell´incontro con le parti sociali sulla riforma del lavoro.
 
E sempre sull´articolo 18, nei casi di licenziamento per motivi disciplinari, ha illustrato Fornero, è il giudice a decidere tra il reintegro “nei casi gravi” o l´indennizzo. Quest´ultimo potrà essere erogato fino a un massimo di 27 mensilità tenendo conto dell´anzianità del lavoratore. Per i licenziamenti per motivi economici è invece previsto solo un risarcimento che potrà essere da un minimo di 15 mensilità fino a un massimo di 27 dell´ultima retribuzione.
 
“Vogliamo che diventi dominante, cioè migliore rispetto ad altri, il contratto subordinato a tempo indeterminato”, ha sottolineato poi Fornero. “È il contratto che vogliamo prendere come riferimento per gli altri contratti, flessibili, vicini al lavoro autonomo, vogliamo tenere la flessibilità buona e cercare di contrastare, anche duramente, ciò che porta al precariato e che noi chiamiamo flessibilità cattiva”.
 
Per quanto riguarda i contratti a termine (esclusi i sostitutivi e stagionali), il ministro ha annunciato un´aliquota addizionale dell´1,4%, per finanziare la nuova cosiddetta assicurazione sociale per l´impiego, l´Aspi. “Vincoli stringenti ed efficaci”, ha proseguito Fornero, saranno posti “sui contratti intermittenti e su quelli a progetto” mentre, per le partite Iva, è prevista “l´introduzione di criteri di lavoro subordinato dopo sei mesi se la prestazione di lavoro è presso un committente”.


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