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Chi (non) innova è perduto. E non è sostenibile

Innovare è lo strumento con cui diventare sostenibili. Non esistono alternative, imprenditori e aziende devono compiere lo sforzo di sapersi reinventare. Perché solo così si genera valore. Il dibattito Luiss con Lo Storto, Prencipe, Di Montigny e Ciorra

Lo strumento e il fine, tutti e due essenziali, dipendenti l’uno dall’altro. L’innovazione è la via maestra per la sostenibilità, non ci sono scorciatoie o strade alternative. E allora, a costo di essere anche un po’ brutali, chi non innova, non diventa sostenibile e dunque, alla fine muore.

Di questo si è parlato nel corso del primo appuntamento dei Luiss Debates dal titolo Innovability: dalla pratica alla teoria, a cui hanno preso parte Ernesto Ciorra, chief innovability officer di Enel e Oscar Di Montigny, chief innovation, sustainability&value strategy officer di Banca Mediolanum. Ad aprire il dibattito, moderato dalla docente Simona Romani, il direttore generale Luiss, Giovanni Lo Storto, mentre le conclusioni sono stati affidate alRettore Luiss Andrea Prencipe.

“Oggi l’innovazione va intesa al di fuori degli schemi, è un qualcosa che deve nascere dal cuore e dalla passione”, ha esordito Lo Storto. “Questa è la vera forma di innovazione, quella che ti consente di essere efficace e alla fine sostenibile. Innovazione e sostenibilità sono un’intuizione straordinaria, ma costano fatica e sopportazione. Bisogna essere sostenibili nella testa, nell’anima per poi poterlo essere nelle azioni. Serve allenamento all’innovazione, allenamento alla sostenibilità, perché solo attraverso questa pratica si diventa cittadini, studenti, uomini, imprenditori innovativi e sostenibili”.

Il manager di Enel Ciorra ha poi spostato l’attenzione sulle imprese. “Al giorno d’oggi per le imprese innovare è normale, perché innovare vuol dire crescere. Luigi Einaudi diceva che le imprese sono per gli imprenditori come dei figli. E allora i figli bisogna crescerli e la crescita sta nell’innovazione. La verità è che oggi delle imprese che non innovano non posso esistere e resistere. Poi c’è il tema della sostenibilità, ma sono due facce della stessa medagli, con l’innovazione che è il mezzo per raggiungere la sostenibilità”. Per Ciorra la conclusione è semplice. “Innovare vuol diventare sostenibili, ma le imprese che non innovano e dunque non diventano sostenibili, purtroppo, hanno il destino segnato.”

Oscar Di Montigny, oltre che manager Mediolanum, autore di saggi, ha focalizzato la sua analisi sulla connessione strettissima tra innovazione e sostenibilità.
“L’innovazione e la sostenibilità sono qualcosa in continuità. La prima non è mai stata così in auge come lo è adesso. Il problema dell’innovazione è che la vera innovazione è solo quella che ripensa se stessa. Detto questo, l’innovazione è il boost della sostenibilità che senza di essa rimane solo u qualcosa sulla carta, fermo nei palazzi dell’Onu o delle istituzioni. Potremmo fare un paragone, è come una danza. Ecco, innovazione e sostenibilità devono danzare insieme, al ritmo. E l’una non può esistere senza l’altra, si sorreggono a vicenda”.

Di Montigny ha fatto un’altra riflessione. “Non dobbiamo pensare che la finanza debba diventare etica, perché la finanza o è etica o non lo è. Così come l’impresa, o è sostenibile o non lo è. E questo discorso vale anche per l’innovazione. Se ci siamo dovuti ridurre a determinare un aggettivo come etico per un mondo come la finanza, abbiamo un problema. I progetti non devono trasformarsi in sostenibili ma lo devono essere, nascere. Bisogna pensare sostenibile e non solo diventare. Questa è la pratica”. Insomma, alla fine, per dirla con le parole del Rettore Prencipe, “innovare ed essere sostenibili sono una fusione. Una fusione che genera valore”.


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