Nuove regole, più aperte, per parlare con Taiwan. Washington sfrutta le relazioni diplomatiche con l’isola per pressare la Cina
Il Dipartimento di Stato ha pubblicato nuove linee guida per l’interazione del governo degli Stati Uniti con le controparti di Taiwan. Il vademecum serve per incoraggiare l’impegno dell’amministrazione Biden con Taipei in modo da aumentare “il nostro approfondimento del rapporto non ufficiale”, scrive in una nota il portavoce di Foggy Bottom ricordando che l’America riconosce la “One China”. Ossia gli Usa appoggiano la visione del Partito/Stato cinese di una sola Cina, quella che considera Taiwan una provincia (ribelle e da riannettere secondo Pechino). Era la dottrina necessaria per aprire e continuare i rapporti, ma la situazione tra le due potenze sta cambiando.
E Taiwan — che è anche un partner di valore strategico per gli Stati Uniti — sta diventando un centro di tensione tettonica. La guida sottolinea che Taiwan è una democrazia vibrante e un importante partner economico e di sicurezza, e che è anche una forza positiva nella Comunità internazionale. Queste nuove linee guida liberalizzano le dinamiche sui contatti con Taiwan di esponenti politici e governativi americani. Si tratta però di molto più che semplici regole protocollari diplomatiche. La revisione di Washington si inserisce nel solco di una serie di mosse formali che pressano la Cina — come per esempio iniziare a definire quanto sta accadendo nello Xinjiang con la parola “genocidio”, facendo diventare la forma sostanza.