Alla vigilia del viaggio di Di Maio a Washington torna utile leggere un’analisi del Center for American Progress, think tank liberal vicino a Biden, sull’opportunità che Draghi rappresenta per gli Usa
Qualcosa di grosso è accaduto a Roma e a Washington se ne sono accorti in pochi. Con questa frase netta si apre un’analisi pubblicata dal Center for American Progress, think tank liberal molto vicino all’amministrazione statunitense guidata da Joe Biden. Il titolo è chiaro: “Coinvolgendo l’Italia, Biden può rafforzare sia gli Stati Uniti sia l’Unione europea”. A firmare il contributo, che torna utile alla vigilia del viaggio negli Stati Uniti del ministro degli Esteri Luigi Di Maio, sono due esperti del centro studi: Max Bergmann, membro del Policy Planning Staff (il think tank del dipartimento di Stato dal 2011 a 2017), e Simon Clark, autore del libro “Terror Vanquished: The Italian Approach to Defeating Terrorism”.
La “cosa grossa” è l’arrivo di Mario Draghi a Palazzo Chigi. “A prima vista, potrebbe sembrare soltanto un’altra svolta inaspettata nella notoriamente instabile politica italiana”. In realtà, è “un’enorme opportunità per il presidente Joe Biden di portare avanti la sua agenda per ricostruire l’economia americana”. Con il prossimo passo indietro della cancelliera tedesca Angela Merkel, Draghi ha l’occasione di “allontanarsi dalla spinta tedesca sull’austerità in Europa e di rafforzare la sua determinazione su Russia e Cina”.
Il rilancio dei rapporti transatlantici inizia dall’economia, da un “recovery plan transatlantico”. E può contare su Draghi, continuano gli esperti sottolineando gli ottimi rapporti tra il presidente del Consiglio e l’ex numero uno della Federal reseve Janet Yellen, oggi a capo del Tesoro americano.
Ma non è tutto: il nuovo inquilino di Palazzo Chigi “crea anche un’apertura per gli Stati Uniti per spingere per un approccio europeo più duro su Cina e Russia”, scrivono ancora ricordando le precedenti sbandate italiane su Via della Seta e scandali russi. “L’arrivo di Draghi è un’opportunità per gli Stati Uniti di perseguire una strategia diplomatica più sofisticata – coinvolgendo Roma, Parigi e Berlino – mentre lavorano con le istituzioni dell’Unione europea a Bruxelles e gli altri [Stati] membri per elaborare un’agenda economica e di sicurezza comune”, proseguono. E “Draghi potrebbe rivelarsi centrale nello spingere un tale riallineamento”, aggiungono.
Ma di tempo non ce n’è moltissimo. I due analisti suonano la sveglia a Washington: “Ma l’amministrazione Biden deve rendersi conto della rinnovata importanza dell’Italia e agire in fretta. Il governo tecnocratico di Draghi dovrebbe rimanere solo per i prossimi due anni. Le elezioni sono previste per il 2023 e Draghi ha chiarito che non vi prenderà parte. Il prossimo anno, con il riavvio dell’economia mondiale, sarà cruciale per stabilire la direzione dell’Europa per il prossimo decennio”.