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Cyber, ecco l’asse Italia-Malesia. Via Farnesina

Un evento della Farnesina con la partecipazione di centinaia di imprese pone le basi per una collaborazione sulla cybersecurity fra Italia e Malesia. La strategia cyber del governo Draghi passa anche dalla diplomazia italiana. Ecco perché

Anche la Farnesina ha la sua cyber-strategy. La crescente attenzione del governo Draghi al mondo cyber, testimoniata dalla recente proposta del sottosegretario di Stato con delega alla Sicurezza e all’Intelligence Franco Gabrielli per una nuova agenzia per la cybersicurezza, investe anche il mondo diplomatico.

Il 13 aprile si è tenuto il webinar “Malaysia-Italy cooperation on cybersecurity: shaping a new strategic partnership”, organizzato da Maeci e Ice. L’evento virtuale ha visto una numerosa partecipazione istituzionale e imprenditoriale da entrambe le parti. Sono stati avviati contatti per futuri business in un settore strategico come quello della cybersecurity.

È la prima volta dopo i seminari di sostegno alle industrie Cyber organizzati dal MAECI a Londra, Washington, Doha, Dubai e Roma, che si guarda all’Asia peraltro utilizzando una piattaforma informatica in una materia così sensibile. D’altro canto, che l’occasione fosse ghiotta per entrambe le parti era evidente dal numero di aziende – malesi e italiane, oltre un centinaio – iscrittesi all’evento virtuale. A fare gli omaggi di casa con i saluti di apertura sono stati i due ambasciatori, l’italiano Cristiano Maggipinto e il malese Abdul Malik Melvin Castelino. È poi intervenuto il Sottosegretario agli Esteri Manlio Di Stefano, che ha sottolineato l’importanza di simili eventi, volti all’internazionalizzazione delle aziende italiane nel comparto della cybersecurity.

Dopo l’intervento di Ir. Md Shah Nuri Md Zain, Ceo della National Cyber Security Agency (Nacsa) malese, hanno preso la parola anche i rappresentanti della  Malaysian Investment Development Authority (M.i.d.a.) e della Malaysia Digital Economic Corporation (M.d.e.c.). Sono due tra le principali agenzie del Paese asiatico in fatto di sviluppo economico. Si collocano tra i motori trainanti per l’attrazione di aziende estere e per l’implementazione di progetti strategici, come quelli relativi alla posa di cavi sottomarini, alle reti di telecomunicazione e alle infrastrutture critiche.

La pattuglia di aziende italiane era composta dalle punte d’eccellenza italiane. Leonardo, Fincantieri, Cy4gate ed Engineering hanno esposto le loro capacità e prodotti in fatto di cybersecurity in materia navale. Si tratta di un aspetto fondamentale per la Malesia, paese che controlla lo strategico Stretto di Malacca, passaggio obbligato per gran parte del commercio tra oceano Pacifico e Indiano (quindi tra Cina ed Europa), frequentato da pirati e dalle flotte militari dei principali paesi del globo. Tim e Terna hanno invece presentato i loro servizi di cybersecurity per le infrastrutture critiche, tema altrettanto strategico per la Malesia, che ha in cantiere ambiziosi progetti, come ad esempio portare la banda larga su tutto il territorio nazionale entro il 2025.

Il “crash down” globale della piattaforma statunitense “Lifesize” utilizzata dall’Ice per supportare gli incontri tra le aziende dei due Paesi, non ha impedito al webinar, moderato dal professore Luigi Martino, docente di Cybersecurity presso l’Università di Firenze, di concludersi con un indubbio successo. Tanti gli interventi susseguitesi sul tema cyber, a partire da un contributo del direttore della cybersecurity del CINI Paolo Prinetto sulla “cyber challenge”.

Sono numerose le aziende e le agenzie malesi che hanno chiesto di avviare colloqui B2B con le imprese italiane per future opportunità di business, specialmente nei settori della cyber navale, della difesa cibernetica dei porti e delle infrastrutture critiche. Gli incontri sono destinati a proseguire fino al prossimo 27 aprile allorche si auspica che possano essere organizzati degli incontri in presenza sotto l’egida della Farnesina tra i soggetti industriali che hanno mostrato reciproco interesse.

É dunque chiaro come la cybersecurity sia ormai il nuovo prioritario dominio delle dinamiche di sicurezza, come riconosciuto anche in ambito Nato, una delle nuove frontiere strategiche della digitalizzazione, che insieme con sè porta all’incrmento della minaccia cyber. Il trend è divenuto ancora più evidente con la pandemia da Covid_19, che ha indotto un’accelerazione senza precedenti di tali processi processi,  espandendo di molto la così detta superfice d’attacco.

Non a caso il sottosegretario Gabrielli, ben cosciente del peso nevralgico di tale settore, ha proposto pochi giorni fa la creazione di un’Agenzia specializzata in cybersecurity presso la Presidenza del Consiglio, separata dagli altri apparati di intelligence e che favorisca le partnership pubblico-privato. Sarebbe una vera e propria rivoluzione per il mondo cyber italiano, che si doterebbe di uno strumento molto simile a quello su cui possono contare i principali partner internazionali del nostro paese.



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