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Salvini deve decidere. O al governo o al Papeete. La reazione di Marcucci (Pd)

Il punto sugli equilibri di governo. Le tensioni tra Lega e Pd, sempre più evidenti. “La Lega ha ministeri importanti in questo esecutivo, li faccia lavorare di più per il bene dell’Italia”. E sul coprifuoco? “Concordo con la lettura di Draghi: se i dati lo consentiranno, è una misura che andrà rivista”

Salvini è tornato a fare il leader della Lega. Sul coprifuoco ha puntato i piedi e, durante la votazione al decreto legge legato alle riaperture, il Carroccio si è astenuto. È un primo segnale, forte, di insofferenza all’esecutivo allargato. Il casus belli è legato alla decisione, da parte della compagine governativa, di confermare il coprifuoco alle 22. Mentre le disposizioni contenute nel documento legislativo sono valide fino al 31 luglio, sul fronte coprifuoco (forse proprio perché è tema estremamente spinoso), ci sono degli spiragli.

Tutto dipenderà dall’incidenza dei contagi e dalle valutazioni che verranno fatte. Questo, tuttavia, sarebbe solamente un problema di carattere tecnico, al netto della penalizzazione di molte attività economiche. Il nodo centrale resta invece quello dei rapporti fra le componenti del governo. Da una parte la Lega che, per evitare di perdere terreno (e voti) punta i piedi e dall’altro il Pd e il Movimento 5 Stelle che parlano di “irresponsabilità”. Per avere una lettura più puntuale dell’aria che si respira dalle parti di Palazzo Chigi, abbiamo parlato con il senatore Andrea Marcucci.

Gli strali fra il Pd e la Lega su coprifuoco e riapertura sono indice di un’incompatibilità che sta venendo a galla e mostrano un sostanziale opportunismo politico da parte del Carroccio e del leader Matteo Salvini?

Le forze politiche che hanno deciso di entrare in maggioranza sono ben consapevoli della natura di questo governo, oltre che della situazione complessiva del Paese. La Lega a volte sembra continuare ad ignorarle, alternando le posizioni responsabili di Giorgetti alle solite sparate di Salvini. È chiaro dovranno trovare maggior equilibrio, un sacrificio che tutti dobbiamo fare nell’interesse superiore del Paese.

Quando, nei giorni scorsi, il premier Mario Draghi ha annunciato le prime riapertura c’è chi ha esultato per una “svolta a destra” del governo. Ora, si torna a virare a sinistra?

Contesto questa lettura. Io da subito sono stato tra i più spinti e convinti di operare queste parziali riaperture. Draghi ha avuto senso politico e coraggio a fare il decreto. Voglio dire che chi ha buonsenso sta in questa posizione, al di là delle appartenenze politiche. E questo vuol dire che lo stesso buonsenso ci dice che l’attenuazione del coprifuoco potrà venire presto – come io spero – con il miglioramento dei dati. Sia chiaro, io mica sono a favore del coprifuoco, ma non voglio neanche favorire il ritorno dell’emergenza.

Alla luce di questi presupposti, quanto in effetti può durare la stabilità dell’esecutivo?

Deve chiederlo a Salvini. Bisogna capire se nella Lega prevale la responsabilità o una nuova avventura tipo Papeete. Io faccio il tifo per la prima. E credo che anche Forza Italia possa svolgere un importante ruolo di mediazione per contenere l’estremismo di Salvini.

Questi screzi politici su coprifuoco-riapertura e decisioni dell’Esecutivo, non rischiano di esacerbare ulteriormente gli animi di un Paese già esasperato?

Che il Paese sia esasperato non c’è dubbio. Stiamo attraversando una situazione economica che mette i brividi. Il governo però sta mettendo in campo tutto ciò che politicamente è possibile. Naturalmente con qualche errore sui tempi che andrà velocemente corretto. Approvare il primo decreto sostegni con due mesi di ritardo, ad esempio, è stato un errore. La linea deve essere quella dei massimi ristori alle categorie colpite dal blocco. Rimettere in moto la macchina non sarà facilissimo, ma dobbiamo farlo.

La Lega non ha votato il decreto. È un segno di coerenza oppure di irresponsabilità?

È un atto pericoloso di ambiguità. La stessa che Salvini pratica da anni. Stare un po’ di qua ed un po’ di là. La Lega ha ministeri importanti in questo esecutivo, li faccia lavorare di più per il bene dell’Italia.

Per quello che è il suo osservatorio, visto che in qualche modo il centrodestra si è fatto portavoce di una parte consistente di Paese che non ce la fa più, si è trattato di una mossa che sta riscuotendo apprezzamento tra le persone?

Un’ora in più o in meno non sarebbe comunque la rivoluzione che aspettiamo tutti. Vede, ora la cosa più importante è prendere decisioni che non comportino successivi passi indietro. La continuità, in termini economici, vale molto di più del rischio.

Da una lettura approfondita del decreto, si lascia intendere che la misura del coprifuoco possa essere rivista. Lei che idea ha sotto questo profilo?

Concordo con la posizione di Draghi, appena i dati lo consentiranno, anche il coprifuoco si dovrà rivedere

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