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La seconda notte degli sfollati in Emilia e la visita di Monti

La pioggia e la burocrazia sono ora i nemici peggiori per le migliaia di famiglie colpite dal terremoto di domenica notte. Le rassicurazioni dalla presidenza del Consiglio che martedì firmerà lo “stato di emergenza nazionale” e la visita del presidente del Consiglio a Sant´Agostino, a Bondeno e a Finale Emilia, non sono sufficienti a consolare i terremotati.
 
La visita di Mario Monti
Mario Monti, ha incontrato questa mattina a Sant´Agostino, nel ferrarese, i familiari degli operai morti sotto il crollo, a causa del terremoto, delle mura delle aziende i cui lavoravano domenica notte. Prima di lasciare il piccolo comune emiliano, il premier ha visitato una delle aziende colpite dal sisma.
Ma al suo arrivo davanti al municipio, Monti è stato fischiato da un piccolo gruppetto di persone, abitanti del posto. Il premier incontrerà nel corso della mattinata i terremotati in una dei campi allestiti dalla Protezione civile a Finale Emilia, in provincia di Modena, dove è stato colpito duramente il centro storico e dove si contano più di mille sfollati.
 
Il rallentamento dei controlli
La notizia dello stop ai controlli da parte dei vigili del fuoco nella zona rossa, considerata ancora a rischio di nuovi crolli, arrivata nel comune modenese in serata, pesa come un macigno.
Già dal pomeriggio si era percepito un certo rallentamento nei controlli. Sta di fatto che il duomo dopo 36 ore è ancora scoperchiato e nessuno è in grado di andare a salvare almeno le opere d´arte; la colazione in un campo non si riesce a servire perché non ha funzionato la logistica al centro di smistamento a Modena; a Finale Emilia sono arrivati tre generatori di corrente ma è stato il sindaco a dover reperire 1.500 litri di gasolio per farli funzionare. Mentre negozi e ipermercati sono ancora chiusi.
 
Il punto della situazione del presidente della regione Errani
Il presidente della Regione, Vasco Errani, ha fatto il punto della situazione: “Complessivamente – ha detto – nella notte tra domenica e lunedì sono state ospitate nei campi e nelle strutture di prima assistenza di protezione civile 4.914 persone di cui 1.288 nel ferrarese, 266 nel bolognese, 3.360 nel modenese e sono in fase di completamento entro la mattinata di oggi ulteriori strutture per fornire assistenza ad altre 1.310 persone”.
Alla conferenza dei capigruppo Errani ha spiegato che la scossa principale, di magnitudo 5.9 con una profondità di 6,3 chilometri, è stata “molto vicino alla superficie il che ha prodotto una maggiore intensità dei danni”.
“Sono circa 6 mila gli sfollati”, ha spiegato Errani considerando sia le persone che hanno la casa inagibile, e che rappresentano una fetta di popolazione “del tutto minoritaria”, sia le famiglie che non se la sentono di rientrare nelle loro abitazioni prima del completamento delle verifiche sulla tenuta delle strutture.
A causa del terremoto sono stati sgomberati i presidi ospedalieri di Finale Emilia e Mirandola, nel modenese, ed è stato attivato un posto medico avanzato a Mirandola per assicurare, pur in condizioni di emergenza, la prosecuzione delle attività sanitarie, con il personale del Servizio sanitario regionale.
In totale, al momento, per organizzare e gestire le attività assistenziali sono stati attivati 731 volontari di protezione civile della Regione oltre a circa 300 volontari delle altre Regioni che stanno concorrendo all´attività. Fra le altre: Marche, Umbria, Toscana, Veneto, Friuli Venezia Giulia, Trentino-Alto Adige.
Ma “il rientro nella case – ha detto Errani – sarà comunque complicato fino a quando le scosse continueranno, e ci prepariamo alla gestione integrata dell´accoglienza per un determinato numero di giorni”.
Le forze di polizia hanno svolto durante la notte scorsa attività antisciacallaggio per sorvegliare edifici incustoditi.
Ieri Errani ha trasmesso al presidente del Consiglio Mario Monti la richiesta di dichiarazione di stato di emergenza nazionale; è stata preannunciata per domani la presentazione del provvedimento in Cdm e la connessa ordinanza del Capo dipartimento della Protezione civile per la gestione della prima fase dell´emergenza.
Per quanto riguarda la stima dei danni, per Errani “i danni sono quelli che sono, inutile fare stime. Vogliamo essere rigorosi e seri per poter definire il percorso della ricostruzione. Avvieremo un confronto col governo, stiamo studiando un meccanismo con i Consorzi fidi per anticipare i finanziamenti necessari a ripristinare l´attività produttiva, prevediamo l´attivazione degli ammortizzatori in deroga dove sarà necessario”.


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