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Francesco, il diritto degli speculatori e i diritti umani. La riflessione di Cristiano

Bergoglio con le sue intenzioni di preghiera parla a tutti noi della nostra vita, della necessità di ripensare le nostre priorità, individuali e collettive e lo fa con parole semplici, dirette, chiare, ma che riguardano tutti. La riflessione di Riccardo Cristiano

“Le intenzioni di preghiera del Santo Padre” sono sovente oggetto di disattenzione. Cosa diranno mai al mondo le intenzioni di preghiera del mese? Ok. Proviamo però almeno a guardarle, per farci un’idea al riguardo. Se sarà tempo perso sarà poco, un’intenzione di preghiera non ci sottrarrà tanto del nostro prezioso tempo. Con un videomessaggio di pochi giorni fa Francesco ha diffuso questa intenzione di preghiera per il mese di maggio di questo 2021, messe mariano: “Mentre l’economia reale, quella che crea lavoro, è in crisi – quanta gente è senza lavoro! – i mercati finanziari non sono mai stati così ipertrofici come sono ora. Quanto è lontano il mondo della grande finanza dalla vita della maggior parte delle persone! La finanza, se non viene regolamentata, diventa pura speculazione animata da politiche monetarie. Questa situazione è insostenibile. È pericolosa. Per evitare che i poveri tornino a pagarne le conseguenze, bisogna regolamentare in modo rigido la speculazione finanziaria. Speculazione. Voglio sottolineare questo termine. La finanza sia uno strumento di servizio, strumento per servire le persone e per prenderci cura della casa comune! Siamo ancora in tempo per avviare un processo di cambiamento globale per mettere in pratica un’economia diversa, più giusta, inclusiva, sostenibile, che non lasci indietro nessuno. Facciamolo! E preghiamo perché i responsabili della finanza collaborino con i governi, per regolamentare i mercati finanziari e proteggere i cittadini in pericolo”.

Non è interessante questo? O tra le tante libertà di cui si parla oggi quella indiscutibile è la libertà di speculare? Se è interessante prendiamoci  ancora un po’ di tempo, non vale la pena andarsi a cercare l’intenzione di preghiera per lo scorso mese di aprile? Eccola: “Per difendere i diritti umani fondamentali servono coraggio e determinazione. Mi riferisco al fatto di opporsi attivamente alla povertà, alla disuguaglianza, alla mancanza del lavoro, della terra e della casa, dei diritti sociali e lavorativi. Pensate che molte volte i diritti umani fondamentali non sono uguali per tutti. C’è gente di prima, di seconda, di terza classe, e persone considerate scarti. No. Devono essere uguali per tutti. E in alcuni luoghi difendere la dignità delle persone può significare andare in prigione, anche senza processo. O può significare la calunnia. Ogni essere umano ha il diritto di svilupparsi integralmente, e questo diritto fondamentale non può essere negato da nessun Paese. Preghiamo per coloro che rischiano la vita lottando per i diritti fondamentali nelle dittature, nei regimi autoritari e persino nelle democrazie in crisi, perché vedano che i loro sacrifici e il loro lavoro portino frutti abbondanti”.

Vogliamo procedere? Vogliamo vedere in pochi minuti l’intenzione di preghiera per marzo 2021? “Quando vado a confessarmi è per guarirmi, per curarmi l’anima. Per uscire con più salute spirituale. Per passare dalla miseria alla misericordia. E al centro della Confessione ci sono non i peccati che diciamo, ma l’amore divino che riceviamo e di cui abbiamo sempre bisogno. Il centro della Confessione è Gesù che ci aspetta, ci ascolta e ci perdona. Ricordatelo: nel cuore di Dio ci siamo noi prima dei nostri errori. Preghiamo affinché viviamo il sacramento della riconciliazione con una rinnovata profondità, per gustare l’infinita misericordia di Dio. E preghiamo perché Dio dia alla sua Chiesa sacerdoti misericordiosi e non torturatori”.

Ho semplicemente messo in fila le ultime tre intenzioni di preghiera di Francesco, ma credo che ne esca un quadro chiarissimo di questo pontificato e del motivo per cui Francesco è non solo il vescovo di Roma ma anche il leader morale globale.

Partiamo da marzo, si parla della Chiesa e “sacerdoti torturatori”. Se facciamo della Chiesa la società perfetta sarà chiaro che parliamo di una giustizia non retributiva ma riparativa. Il problema non è “l’espiazione della pena”, la sua  severità, ma la consapevolezza che a salvarci è la misericordia di Dio. Dunque la giustizia non tortura i colpevoli, ma gli chiede di riconoscere la vittima, di chiedere a lei perdono.

Il secondo punto, quello di aprile, riguarda i diritti umani. Il papa parla dei diritti sociali e lavorativi, poi parla di uomini di prima, seconda e terza classe e di diritti violati anche nelle democrazie in crisi. Ma i diritti sociali e lavorativi dunque esistono ancora! Non esiste solo il diritto di fare baldoria fino a notte fonda in piena pandemia, esiste il diritto di essere rispettato come sono, il diritto di sentirmi riconosciuto come parte attiva di questa società!

Il terzo punto, quello di maggio, ci parla del nuovo diritto, quello di speculare. È l’unico diritto che non viene scalfito in nessuna parte del mondo, o no?

Bergoglio con le sue intenzioni di preghiera parla a tutti noi della nostra vita, della necessità di ripensare le nostre priorità, individuali e collettive e lo fa con parole semplici, dirette, chiare, ma che riguardano tutti.

È difficile immaginare un cammino più chiaro di questo per ricostruire nel tempo pandemico il nostro senso di comunità, locale, nazionale e globale. È per questo che Francesco attua il Concilio, fa camminare la Chiesa con tutti noi, nella storia. E così questa riguarda anche tutti coloro che pur non facendone parte la sentono compagna di viaggio. Una Chiesa invece che giudica preventivamente, che condanna, che si ritiene al di sopra e al di là storia, potrà far paura, ma difficilmente funzionerà per attrazione.



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