Più di metà degli italiani ha un’opinione sfavorevole della Cina. Un sondaggio dell’Atlantic Council e della Delegazione Ue negli Usa fotografa la svolta: un anno fa la propaganda cinese aveva la meglio sull’amicizia Usa. L’Ue balla meglio con Biden, Sicurezza e Difesa le priorità
Un amore corrisposto, a metà. Che aria tira fra Europa e Stati Uniti a tre mesi dal giuramento di Joe Biden? Un’aria migliore di quella che tirava con Donald Trump alla Casa Bianca.
A dirlo è un sondaggio del Centro europeo del think tank americano Atlantic Council e dalla delegazione dell’Ue negli Usa insieme alla società Morning Consult. Numeri alla mano, è palpabile il cambio di clima tra una sponda e l’altra dell’oceano.
Dopo il crollo verticale all’indomani dell’assalto al Congresso del 6 gennaio, l’immagine degli Stati Uniti ha visto una crescita costante nelle opinioni pubbliche di Francia, Germania, Regno Unito. D’altro canto gli americani, svela il sondaggio, hanno sempre mantenuto un’alta considerazione dell’Unione europea, tanto che da gennaio a maggio il grafico segna una linea retta.
Più della metà ha tutt’oggi “un’opinione positiva” dell’Ue. Merito della pandemia, specialmente dei primi mesi, spiega il direttore del Centro europeo Benjamin Haddad: l’emergenza “ha aumentato il senso di importanza dell’Ue come partner” e la prima risposta europea ha dato l’idea che “molte vite si sarebbero potute salvare se Stati Uniti e Ue avessero lavorato insieme contro il Covid-19”.
Tra i settori dove gli americani chiedono più collaborazione con i Paesi Ue però la Sanità non è neanche sul podio. In cima alla lista ci sono Sicurezza e Difesa: il 28% degli intervistati la ritengono una priorità assoluta. Segno che la Nato, nonostante quattro anni di picconate da parte di Trump, è ancora considerata un patrimonio da difendere negli States, a patto che l’Europa si impegni a rispettare quel 2% di Pil in investimenti nella Difesa previsto dagli accordi.
Seguono al secondo posto Clima e ambiente (24%), una bandiera per l’amministrazione Biden, che proprio in questi giorni ha inviato a Roma il suo Inviato speciale per il Clima, John Kerry, a incontrare, fra gli altri, Mario Draghi e Papa Francesco.
In fondo alla lista campeggiano due voci: la promozione della democrazia (7%) e i diritti sulla privacy (3%). Sul da farsi Repubblicani e Democratici la vedono in maniera molto diversa. “I democratici sostengono che il focus dovrebbe essere su clima e ambiente, i repubblicani indicano sicurezza e difesa”, scrive l’Atlantic Council.
Ma la vera novità fotografata dal sondaggio non riguarda tanto i rapporti fra alleati quanto il fascino europeo del più acerrimo rivale degli americani, la Cina di Xi Jinping.
A confronto con i sondaggi di un anno fa, quando gli aerei cinesi pieni di mascherine e respiratori facevano la spola fra Roma e Shanghai, la “charme offensive” cinese sembra aver perso smalto, anche in Italia.
Nel Belpaese solo il 30% degli italiani ha un’opinione favorevole del Dragone (di questi, solo il 6% “molto favorevole”), il 51% si dichiara non favorevole e il 19% non ha un’opinione. Una giravolta non da poco a dodici mesi dal clamoroso sondaggio di Swg che certificava il sorpasso, a inizio pandemia, della Cina sugli Stati Uniti nell’opinione pubblica italiana (36% vs 30%).
Italia e Spagna restano ancora i Paesi europei che più volentieri aprono le porte a Pechino. Ben diverso il trend in Germania e Francia, dove rispettivamente il 64% e il 55% degli intervistati dice di avere un’idea negativa della presenza cinese nella cultura e nell’economia nazionale.