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Nord stream 2, la doppia strategia di Biden. Sanzioni soft per non turbare Berlino?

Se da un lato gli Usa vogliono stemperare la crisi diplomatica che si era innescata con la Germania, dall’altro puntano a sanzionare le navi coinvolte nella costruzione del Nord Stream 2. Ma non la società responsabile del progetto

Salvaguardare le relazioni tra Washington e Berlino nella consapevolezza che le sanzioni previste per il dossier Nord Stream 2 potrebbero essere riservate solo ad alcune società russe e non tedesche. Questa l’indiscrezione che sta circlando su alcuni media, in riferimento alla decisione presa dal Presidente americano Joe Biden sul gasdotto russo-tedesco che ha creato forte tensione tra le due sponde dell’Atlantico.

QUI USA

Da quanto si apprende, l’amministrazione Biden vorrebbe rinunciare alla clava delle sanzioni per evitare di compromettere le sue relazioni con la Germania su questo gasdotto, anche se al contempo emerge la difficoltà con cui Biden deve abbinare la realpolitik con le strategie verso Mosca. Sembra che Dipartimento di Stato, che inizialmente avrebbe voluto sanzionare l’entità aziendale responsabile del progetto (Nord Stream 2 AG) e il suo CEO (vicino a Putin ed ex ufficiale dell’intelligence della Germania orientale, Matthias Warnig), farà un passo indietro citando come motivazione gli interessi nazionali degli Stati Uniti. Se da un lato questa decisione può stemperare la crisi diplomatica che si era innescata con la Germania, dall’altro porterà a sanzionare le navi coinvolte nella costruzione del Nord Stream 2 ma non la società responsabile del progetto.

IL GASDOTTO

Il progetto è rilevante per la Russia in quanto le darebbe una nuova leva in Europa da azionare proprio nel dossier energetico legato a doppia mandata alla geopolitica del gas. Al momento il gas deve passare dall’Ucraina per giungere in Europa, per cui il filo diretto con la Germania rappresenta un’opportunità unica per la Russia. L’ok agli ultimi chilometri di gasdotto è giunto due giorni fa, dopo che la Germania ha stabilito che a maggio può essere posato l’ultimo tratto, proprio mentre i gruppi di ambientalisti sollevevano problemi sulla salvaguardia delle specie di uccelli nell’area interessata. Ma la Federal Maritime and Hydrographic Agency (BSH) di Amburgo ha concesso il permesso per la “continuazione sicura” dei lavori.

GEOPOLITICA

Da cinque anni la geopolitica tedesco-americana è alle prese con questo dossier, da quando un consorzio di società energetiche ha deciso nell’estate del 2015 di costruire un secondo percorso del gasdotto per trasportare il gas dalla Russia alla Germania sotto il Baltico. I tifosi del gasdotto osservano che trattandosi solo di un’iniziativa commerciale invierà altri 55 miliardi di metri cubi ai mercati europei. I suoi detrattori asseriscono invece che l’Europa dovrebbe dipendere sempre di meno dall’energia russa.

Lo stesso Segretario di Stato, Anthony Blinken, pochi giorni fa ha detto che la Germania resta un solido alleato degli Usa e il disaccordo su Nord Stream 2 “non influisce e non influenzerà la partnership e il rapporto in generale”. Ma subito dopo ha precisato: “Ma siamo stati molto chiari. Il presidente Biden è stato molto chiaro sul fatto che pensa che Nord Stream 2 sia una cattiva idea e un cattivo affare per l’Europa, per noi, per l’alleanza. Mina i principi fondamentali dell’UE in termini di sicurezza energetica e indipendenza energetica. Rappresenta una sfida per l’Ucraina, la Polonia e gli altri paesi a cui teniamo”.

twitter@FDepalo



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