Il tempo del centrodestra e del centrosinistra come circoli finalizzati alla raccolta del consenso per vincere alle elezioni è finito. L’evanescenza, l’evaporazione di siffatti club hanno dimostrato che agire politicamente significa avere idee, proposte per il buon governo delle comunità sia al centro che in periferia
Il probabile candidato sindaco del centrosinistra a Napoli, l’intellettuale e ex ministro dell’Università prof. Gaetano Manfredi ha declinato l’invito a partecipare alla competizione elettorale. Lo ha fatto pubblicamente con una lettera ai giornali, vero e proprio atto di accusa nei confronti di chi ha portato Napoli al fallimento. Considera pertanto inutile un suo impegno come sindaco della città.
Egli sottolinea il disastro economico nel quale si trova oggi il comune di Napoli, causa la superficialità con cui è stato amministrato negli ultimi decenni, seguendo pervicacemente il criterio delle “finanze allegre”, fino a condurre l’amministrazione cittadina al dissesto. Evento facilmente prevedibile viste le molteplici voci di fuori che già da qualche anno mettevano sull’avviso i protagonisti, sindaco e assessori, tenuto conto del notevole deficit finanziario annuale. Tante chiacchiere, numerose proposte, ma alla fine maggioranza e opposizione votavano di tutto. Lo facevano, secondo loro, nell’interesse della città, e oggi nell’interesse della città, i cittadini napoletani si troveranno a pagare i debiti di una amministrazione comunale disordinata, pasticciona, irresponsabile, per essere clementi.
Adesso si chiede disperatamente aiuto al governo centrale per risanare l’eccessivo deficit di bilancio, cosa che sarà possibile in forma parziale ma non totale, per cui la situazione continuerà a incontrare ostacoli non facilmente superabili. Il governo cittadino uscente con in testa il sindaco De Magistris e l’opposizione sapevano bene che l’unica arma utile da usare per evitare l’aggravarsi della condizione economico-finanziaria era la diminuzione delle uscite e l’aumento delle entrate, ma niente da fare, le finanze allegre servivano per acquisire consenso, andava bene così, chi viene dopo ci penserà. I conti però sono stati fatti senza l’oste, non a caso il prof. Gaetano Manfredi, vista la scarsa possibilità e disponibilità del governo a spendere cinque miliardi per risanare il bilancio comunale di Napoli, si è tirato fuori dalla partita e oggi il centrosinistra annaspa in una palude infinita. Chi è causa del suo male pianga sé stesso.
Il clima tra i partiti di centro e destra non è migliore, se Atene piange Sparta non ride. Pare che dopo una gestazione laboriosa, estenuante, interminabile si stia trovando la quadratura del cerchio. Il nome ricorrente di questa parte politica che sarebbe disponibile a candidarsi come sindaco è quello del magistrato anticamorra Catello Maresca, noto per avere inferto colpi mortali al “clan dei casalesi”. Pare che oggi abbia chiesto l’aspettativa al Csm, atto propedeutico finalizzato alla candidatura di sindaco di Napoli per le forze politiche di centro e di destra. Un magistrato ancora candidato a Napoli come primo cittadino potrebbe affermare qualcuno? Non pare che somigli minimamente all’uscente de Magistris, tutt’altro. La lotta strenua alla camorra condotta dal dottore Maresca è un punto di merito significativo nel suo curriculum, servitore dello Stato, uomo delle istituzioni.
Esprimere una opinione sulle sue idee è difficile poiché per molti è nuovo a esperienze politiche e elettorali. Si capisce dalle sue varie dichiarazioni che è una persona che guarda con responsabilità all’interesse pubblico. Sarà sensibile al centro, alla destra liberale, alla destra conservatrice all’estrema destra? È problematico affermarlo. Se si volesse avvicinare a qualche corrente di pensiero politico che ha caratterizzato Napoli nel Novecento si potrebbe parlare di liberalismo crociano.
Mario Draghi del resto ha portato aria nuova in politica, i partiti tutti dovranno tenerne conto, ripensando il proprio essere, il proprio ruolo, la propria funzione, il proprio impegno. Il tempo del centrodestra e del centrosinistra come circoli finalizzati alla raccolta del consenso per vincere alle elezioni è finito. L’evanescenza, l’evaporazione di siffatti club hanno dimostrato che agire politicamente significa avere idee, proposte per il buon governo delle comunità sia al centro che in periferia.
Napoli dovendo partecipare fattivamente alla costruzione del Recovery Plan, per la parte che la riguarda, deve avere la certezza di poter contare con Regione e Area metropolitana su forze politiche, economiche, sociali, culturali affidabili, in grado di rilanciare Napoli come antica capitale in Europa e nel Mondo. Sarà Catello Maresca, Gaetano Manfredi o altri a farlo? Si vedrà.