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Aurora Leone e il calcio femminile. Parla Carolina Morace

La solidarietà unanime nei confronti di Aurora Leone “è la dimostrazione che il calcio femminile sta avendo successo, sta andando avanti e c’è tanta gente che lo segue”, spiega a Formiche.net Carolina Morace, allenatrice della Lazio Women e leggenda del calcio italiano. La vera notizia? La finale di Coppa Italia che si terrà il 30 maggio a Sassuolo

“Il 30 maggio a Sassuolo c’è una finale di Coppa Italia importante per cui diamo rilevanza a questo. Mi sembra una notizia più giornalistica, no?”. Carolina Morace, attualmente allenatrice della Lazio Women, tra le leggende del calcio italiano con 150 presenze in nazionale, 105 reti, 12 vittorie nel campionato italiano, due Coppe Italia e una Supercoppa italiana, il calcio femminile lo conosce bene, sia sul campo come giocatrice che in panchina come allenatrice. Solo per ricordare alcuni dei tanti primati della sua carriera, è stata la prima donna ad allenare una squadra professionistica maschile e la prima donna a entrare nella Hall of Fame del calcio italiano, per questo raggiunta telefonicamente da Formiche.net spiega che il calcio femminile italiano è in grande evoluzione, e le parole rivolte ad Aurora Leone da dirigente della Nazionale Cantanti non rispecchiano la realtà attuale.

Ma facciamo un passo indietro. Come ricostruito da Fanpage, la componente dei The Jackal, è stata cacciata dalla cena celebrativa della Partita del Cuore da Gianluca Pecchini, direttore generale della Nazionale Italiana Cantanti. La motivazione? “Non puoi stare seduta con gli uomini, le donne non giocano”, ha spiegato la stessa Leone. Le reazioni non si sono fatte attendere, fino all’assunzione di responsabilità da parte di Pecchini, che ha rassegnato le dimissioni.

Ma davvero le donne non giocano a calcio?

È ovvio che le donne giochino a calcio, ci sono i mondiali, le olimpiadi, di che stiamo parlando?

Perché, allora, questa esternazione?

Non è chiaro, ma forse c’entra la presenza di una componente femminile. Lei, Aurora Leone, giocava contro di loro (la Nazionale cantanti, ndr) ed è già successo che le donne giocassero contro la nazionale dei cantanti. Mi pare però che il responsabile di quella affermazione ora si sia dimesso, quindi si deve essere reso conto che forse ha detto una cosa spropositata.

Le dimissioni sono arrivare dopo un post su Instagram. Vuol dire che qualcosa si muove?

Si torna alla prima domanda, che ha una risposta ovvia ma la ribadisco: c’è una Champions League femminile, ci sono i mondiali e le olimpiadi, è chiaro che ci sia tanto clamore se quanto detto è così distante dalla realtà. Il dirigente si è assunto le sue responsabilità, si è dimesso, però da qui a dire che il calcio femminile non è rispettato il passo è troppo lungo. Il calcio femminile sta vivendo una grande evoluzione.

Come può essere aiutato, in questo processo? Una maggiore esposizione mediatica?

Sicuramente con il miglioramento del prodotto, ed è quello che sta succedendo da diversi anni a questa parte, perché il calcio femminile in Italia è godibile. È ancora indietro rispetto ad altri Paesi che sono più avanti di noi a livello tecnico, a livello mediatico e di organizzazione e strutturazione dei campionati, però stiamo andando su quella strada.

Cosa si sentirebbe di dire alle giovani appassionate di calcio che hanno visto quanto successo ad Aurora Leone?

Spero che i giovani diano a questa vicenda la giusta importanza, senza farne una questione di Stato. Io ho fatto la mia dichiarazione su Instagram e non ho altro da aggiungere, però sarebbe scorretto dire che tutti sono contro il calcio femminile. Il calcio femminile sta andando avanti, il 30 maggio a Sassuolo c’è una finale di Coppa Italia importante per cui diamo rilevanza a questo. Mi sembra una notizia più giornalistica, no?

C’è stata solidarietà unanime nei confronti di Aurora Leone, come legge queste reazioni?

La solidarietà unanime è la dimostrazione che il calcio femminile sta avendo successo, sta andando avanti e c’è tanta gente che lo segue. Leggo queste reazioni in questo modo.



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