Il percorso organizzato dall’operazione Irini in vista di “ShadeMed” raggiunge il suo quarto appuntamento. Fabio Agostini, James G. Foggo, Alessandro Minuto-Rizzo, Daniel Fiott, Hans Huygens e Stathis Kyriakidis hanno affrontato la dimensione strategica del Mediterraneo tra sicurezza e geopolitica
“Un gran numero di minacce e instabilità ha origine nell’area del Mediterraneo, e per questo c’è la necessità di una presenza marittima costante nell’area”. Così il comandante di EuNavFor-Med Irini, ammiraglio Fabio Agostini, ha aperto mercoledì i lavori del quarto dibattito del percorso verso la conferenza “Shade Med 2021” organizzato insieme all’Università La Sapienza di Roma e alla Nato Defense College Foundation. “L’Unione europea sta sviluppando la propria ‘bussola strategica’ che consentirà, almeno fino al 2022, di avere una visione comune sulle minacce che intende affrontare”, ha continuato Agostini, introducendo il tema centrale del dibattito: incrementare il livello di coinvolgimento dell’Unione europea nella regione e comprendere il ruolo principale che Bruxelles gioca quale provider di sicurezza marittima internazionale.
UN SECOLO MARITTIMO
“È piuttosto affollato laggiù”. Con questa battuta l’ammiraglio (ret.) della Marina Usa, James G. Foggo, ha voluto sintetizzare l’attuale scenario geopolitico che caratterizza le acque del Mare Nostrum: Russia, Cina e terrorismo sono tutti elementi che destabilizzano la regione. Per far fronte a queste minacce la cooperazione tra Ue e Nato è fondamentale. “Meno si esercitano certe capacità di collaborazione, più queste capacità si atrofizzano”, ha continuato Foggo, sottolineando come la collaborazione non si esaurisca con esercitazioni comuni, ma abbia bisogno di una vera e propria integrazione: “sono veramente emozionato all’idea che le prossime fregate degli Stati Uniti saranno di progettazione italiana” ha continuato Foggo, riferendosi al programma “Constellation” che vedrà Fincantieri realizzare le prime due unità della nuova classe di fregate della US Navy. “Citando Robert Kaplan, questa non è solo una decade marittima, ma un secolo marittimo”, ha concluso Foggo.
TRA UNIONE E ALLEANZA
“Al momento la relazione tra Nato e Ue si limita a quella tra il Segretario generale e il Servizio esterno dell’Unione, non è abbastanza”. Questo il commento del presidente del Nato Defense College Foundation, amb. Alessandro Minuto-Rizzo, sottolineando le differenze tra le due organizzazioni e i limiti che ancora ne costringono gli spazi di collaborazione. “L’Ue e la Nato sono diverse e fanno cose diverse; serve un potenziamento della dimensione operativa dell’Ue e un aumento della collaborazione a livello istituzionale tra i due enti”.
NUOVI STRUMENTI PER L’UE
“Dobbiamo aggiornare il modo in cui pensiamo”, con questa battuta il responsabile sicurezza e difesa all’Eu Institute for security studies (Euiss), Daniel Fiott, ha sintetizzato la necessità, per l’Unione europea, di dotarsi si nuove capacità di analisi delle minacce e dei suoi interessi, sia per dotare i decisori politici dell’Ue di validi strumenti per poter prendere scelte sempre più precise e opportune, sia per capire cosa l’Unione possa, o non possa, fare. “Quest’analisi è particolarmente importante anche per la relazione tra Bruxelles e la Nato – ha sottolineato Fiott – in modo da avere una comprensione comune delle tematiche della regione”. Il ricercatore di Euiss ha voluto anche segnalare i tre domini in cui questa analisi dovrebbe concentrarsi: il commercio (il 90% del commercio dei Paesi Ue passa attraverso il Mediterraneo), i cambiamenti strutturali dovuti alla crisi climatica e il dominio geopolitico, con il crescente protagonismo di Russia, Cina, Turchia e altri attori Statali e no.
LA DIMENSIONE DI SICUREZZA
Per il capitano della Reale marina belga Hans Huygens, capo divisione Previsione strategica e pianificazione del direttorato Operazioni dell’Eums, l’Unione europea deve rendersi conto di essere un fondamentale provider di sicurezza marittima nel Mediterraneo e nel mondo: “L’Unione ha degli interessi strategici nel dominio marittimo globale, e ha la necessità di tutelare questi interessi”. Per attuare questa salvaguardia, l’Unione ha a disposizione diversi strumenti, tra cui l’European union Coordinated maritime presence (Cmp). Come illustrato dal capo della divisione Coordinamento operazioni delll’Eu Military staff (Eums) e vice direttore dell’Eu Coordinated maritime presences Maritime area of interest coordination cell (Cmp Maicc), il captano della Marina greca Stathis Kyriakidis: “Le marine degli Stati membri dell’Ue già inviano le loro navi in tutto il mondo; il Cmp è uno strumento per coordinare questi sforzi e contribuire al ruolo e all’influenza internazionale dell’Unione”.