Oggi a Roma, presso il Sacrario delle bandiere al Vittoriano, si è svolta la cerimonia per l’avvio delle celebrazioni per il centenario del Milite ignoto, ricorrenza che cadrà il prossimo 4 novembre. L’evento, a cui ha partecipato il ministro della Difesa, Lorenzo Guerini, insieme ai vertici della Difesa e delle Forze armate, è stato l’occasione per riflettere sul significato che l’importante anniversario significa ancora oggi
“Il viaggio del Milite ignoto è stato un percorso di grande unificazione del Paese; oggi va rivissuto con lo stesso spirito”. Così il ministro della Difesa, Lorenzo Guerini, intervenendo alla cerimonia per l’avvio delle celebrazioni del centenario del Milite ignoto avvenute oggi a Roma presso il Sacrario delle bandiere all’intero dell’Altare della Patria. Per il ministro Guerini: “rievocare la storia del Milite ignoto ha un valore unificante per l’Italia, soprattutto in un momento in cui il Paese si trova a dover rimettere insieme le comunità dopo il momento drammatico che abbiamo vissuto”. Oggi come allora, ha sottolineato il ministro, le Forze armate sono state a fianco dei cittadini che, a loro volta, ne hanno apprezzato l’impegno e il valore umano, oltre che professionale. La cerimonia, alla quale erano presenti i capi di stato maggiore della Difesa e di tutte le Forze armate e i Corpi armati dello Stato, è stata anche l’occasione per presentare le iniziative della Difesa per il percorso che giungerà fino al prossimo 4 novembre, giornata delle Forze armate e centesimo anniversario della tumulazione del Soldato ignoto al Vittoriano.
IL MONUMENTO A TUTTI I CADUTI
“Tutto sopportò e tutto vinse, da solo, nonostante. Perciò al Soldato bisogna conferire il sommo onore, quello cui nessuno dei suoi condottieri può aspirare neppure nei suoi più folli sogni di ambizione”. Queste parole, ricordate all’evento di oggi, sono tratte dall’articolo che Giulio Douhet scrisse sulle colonne del giornale Il Dovere nel 1920, proponendo la realizzazione di un monumento che onorasse tutti i soldati caduti del conflitto. Ma la storia dietro al Milite ignoto è tutt’altro che semplice, come ha spiegato lo storico Paolo Mieli, intervenendo alla cerimonia: “Secondo Douhet, il monumento al milite ignoto avrebbe dovuto rappresentare un risarcimento ai soldati dopo l’accusa rivolta loro dal generale Cadorna di avere le colpe maggiori per la disfatta di Caporetto”. Il monumento avrebbe dovuto rappresentare tutti i soldati caduti, tutte le loro famiglie, e dunque, il popolo intero. Ricorda ancora Mieli: “l’Italia aveva avuto 650mila caduti, ma ad andare a vedere il treno che portava il feretro del Milite ignoto a Roma si affollarono milioni di italiani; fu il vero momento di unità del Paese”.
LA STORIA DI MARIA BERGAMAS
La storia del Milite ignoto è legata alla figura di Maria Bergamas, il cui figlio Antonio – disertore dell’esercito austroungarico e volontario nelle fila italiane – era caduto in combattimento senza che il corpo potesse essere identificato. A raccontarne la storia è stata Sonia Riccio Bergamas, pronipote di Maria: “Di Antonio e della vicenda del Milite ignoto non si parlava mai in famiglia, il dolore era stato immenso”. Dopo che fu presa la decisione di costruire il monumento al Milite ignoto, una commissione militare raccolse undici salme non identificate, una per ognuna delle zone del fronte, trasportate poi nella basilica di Aquileia. Qui Maria Bergamas, cittadina di Trieste, in rappresentanza di tutte le madri dei caduti, avrebbe dovuto scegliere il feretro da mandare a Roma. Racconta la leggenda che Maria ebbe un mancamento davanti alla decima, che fu pertanto scelta.