Da una Chiesa clericale a una Chiesa sinodale. Da Colonia la lettera a papa Francesco in cui il cardinale Reinhard Marx annuncia le sue dimissioni arriva in Vaticano e impone una riflessione che va ben oltre i confini della Germania. Il commento di Riccardo Cristiano
C’è ancora qualcuno che ama la Chiesa e può contribuire a cambiarne il cammino. È il cardinale Reinhard Marx, arcivescovo di Monaco e Frisinga. La lettera con cui ha chiesto a Francesco di accogliere le sue dimissioni dalla guida di quell’importantissima diocesi, è molto importante oltre che toccante. Bisogna dunque partire dalle sue parole, o almeno dai punti decisivi che contiene, per capire il senso della missiva e soprattutto le sue possibili conseguenze.
Il cardinale Marx parte dal disastro degli abusi sessuali: “Per me si tratta di assumersi la corresponsabilità relativa alla catastrofe dell’abuso sessuale perpetrato dai rappresentanti della Chiesa negli ultimi decenni. Le indagini e le perizie degli ultimi dieci anni mi dimostrano costantemente che ci sono stati sia dei fallimenti a livello personale che errori amministrativi, ma anche un fallimento istituzionale e “sistematico”.
Le polemiche e discussioni più recenti hanno dimostrato che alcuni rappresentanti della Chiesa non vogliono accettare questa corresponsabilità e pertanto anche la co-colpa dell’Istituzione. Di conseguenza rifiutano qualsiasi tipo di riforma e innovazione per quanto riguarda la crisi legata all’abuso sessuale. Io la vedo decisamente in modo diverso.”
Per fronteggiare un simile fallimento vede la necessità di un sinodo, che non sembra proprio analogo a quello in corso, visto che non si legge di rilevanti autocritiche da parte delle attuali gerarchie. Ecco come lo dice: “Non è possibile relegare le rimostranze semplicemente al passato e ai funzionari di allora e in tal modo “seppellirle”.
Personalmente avverto la mia colpa e la corresponsabilità anche attraverso il silenzio, le omissioni e al troppo peso dato al prestigio dell’Istituzione […] La trascuratezza e il disinteresse per le vittime è stata certamente la nostra più grande colpa in passato. A seguito del progetto scientifico (studio MHG) sull’abuso sessuale sui minori commissionato dalla Conferenza Episcopale Tedesca nel duomo di Monaco ho affermato che abbiamo fallito, ma chi è questo “noi”? Certamente vi faccio parte anch’io. E questo significa che devo trarre delle conseguenze personali”.
Questo è l’approccio che molte vittime avrebbero voluto, in tutto il mondo. È prevalso invece uno stile diverso, attento alla “gloria dell’Istituzione”. L’approccio sinodale di cui parla il cardinale Marx rende le vittime degli abusi parti concrete della Chiesa. Questo nodo è emerso chiaramente nella polemica di tempo fa tra l’allora prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede e una componente della commissione pontificia per la tutela dell’infanzia che chiedeva alla Congregazione di ascoltare anche le vittime.
Le fu risposto, ineccepibilmente, che i processi canonici della Congregazione riguardano i sacerdoti coinvolti, delle vittime dovrebbero occuparsi le diocesi. È così. Ma può funzionare davanti a un’emergenza del genere? Rendere la Chiesa di tutto il Popolo di Dio comporta che gli abusi sono stati commessi sulla carne della Chiesa… L’Istituzione ferita comprende i feriti. Quelle ferite sono ferite che fanno sanguinare la sua carne. In una lettera al popolo di Dio che vive in Cile, dopo aver convocato tutti i vescovi cileni proprio per lo scandalo degli abusi, Francesco disse che gli unti del Signore sono tutti i battezzati. E chiunque abbia partecipato a un battesimo lo sa che è così.
La questione posta dal cardinale Marx non riguarda solo la Germania. Lo scandalo, esploso anni fa negli Stati Uniti, riguarda anche gli Stati Uniti, dove i tetragoni depositari dell’ortodossia vorrebbero negare la comunione al secondo Presidente cattolico della storia americana, Joe Biden, perché pur essendo personalmente contrario all’aborto ha votato la legge che consente la scelta, ma poco hanno fatto per curare la ferita degli abusi. Quegli abusi non hanno danneggiato la fede più degli orientamenti di Biden?
Nel caso Mc Carrick, il cardinale rimosso dal sacro collegio e poi dallo stato clericale da Francesco, sono emerse tendenze a delegittimare il Papa per legittimare se stessi. Il cambio di paradigma non riguarda, ovviamente, soltanto tedeschi e americani, riguarda tantissime Chiese particolari. Ma Germania e Stati Uniti sono i due pomi dell’oggi. La gerarchia tedesca, che cerca di recuperare il terreno perduto andando molto avanti su temi forti come il celibato e il sacerdozio femminile, cosa dirà sugli abusi? E quei vescovi americani pronti a un tutto nuovo “assalto” alla Casa Bianca non percepiranno che l’asticella si alza per tutti? Si può chiedere senza chiedersi?
La lettera del cardinale Marx è stata pubblicata integralmente sul sito della diocesi di Monaco, con il benestare di Francesco. Se lui accetterà o meno le dimissioni nessuno lo sa, ma quello che è chiaro è che da oggi più che di scisma di tedesco si comincerà a parlare dei veri problemi della Chiesa in Germania, e allora anche quelli che esistono altrove potrebbero trovare una diversa rappresentazione. Forse la scelta di fare della Chiesa un partito sarà salda in alcuni: ma in quanti?
Da Colonia sembra cominciata una stagione nuova, quella che potrebbe dimostrare cosa sia davvero una “Chiesa sinodale”, non clericale. Potrebbe non essere così, ma difficilmente il coraggio del cardinale Marx potrà rimanere nei confini diocesani.