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Copasir, mercoledì si decide. Urso verso la presidenza?

Mercoledì il Copasir, il comitato di controllo degli 007 italiani, si riunirà per scegliere il prossimo presidente. Adolfo Urso (Fdi) in pole, Pd e Cinque Stelle sarebbero pronti a votarlo. Così si chiude (forse) uno stallo durato quattro mesi

Fine corsa. Dopo quattro mesi di stallo il Copasir, il comitato parlamentare di controllo dei Servizi segreti, è pronto a ripartire. Il tiro alla fune fra Lega e Fratelli d’Italia sulla presidenza si dovrebbe risolvere mercoledì prossimo. Adolfo Urso, vicepresidente in carica e senatore di Fdi, ha convocato il comitato per una riunione che ha all’ordine del giorno l’elezione del prossimo presidente.

A quanto si apprende alla vigilia, Pd e Cinque Stelle sarebbero pronti a votare Urso per succedere al deputato della Lega Raffaele Volpi. Il 20 maggio Volpi e il senatore leghista Paolo Arrigoni hanno rassegnato le dimissioni dall’organo di Palazzo San Macuto chiedendo di fare altrettanto ai colleghi per poter eleggere un nuovo comitato.

Una soluzione respinta dai presidenti di Camera e Senato Elisabetta Casellati e Roberto Fico in una lettera inviata ai capigruppo della Lega venerdì scorso. Le dimissioni dei leghisti, si legge nella missiva, non hanno efficacia perché non sono stati indicati i loro sostituti.

Numeri alla mano, Urso dovrebbe riuscire a ottenere la maggioranza dei voti (sei su dieci). Anche nel caso, improbabile ma non impossibile (c’è un precedente), di un eventuale ballottaggio. Al partito di Giorgia Meloni potrebbe dunque andare la presidenza del comitato più segreto e delicato della politica italiana.

Da quando è entrato in carica il governo Draghi Fdi ha reclamato la presidenza del Copasir, che la legge 124 del 2007 assegna esplicitamente all’opposizione. Decisivo per la riuscita dell’operazione l’intervento dei componenti del Pd (Enrico Borghi) e dei Cinque Stelle (Federica Dieni, Francesco Castiello e Maurizio Cattoi), che a inizio maggio hanno annunciato di abbandonare le sedute finché non fosse risolta la questione della presidenza.

Alle riunioni del comitato, oltre a Volpi e Arrigoni qualora decidessero di tornare, potrà partecipare anche il forzista Elio Vito. Ad aprile il deputato di Forza Italia aveva annunciato le dimissioni in protesta con la scelta della Lega di non abbandonare la presidenza.

Si chiude così una querelle che ha congelato il lavoro del comitato da febbraio scorso e inasprito non poco i rapporti fra alleati del centrodestra. Peraltro lasciando in un cassetto i tanti dossier che si sono affastellati sulla scrivania di Palazzo San Macuto, dall’uccisione in Congo dell’ambasciatore Luca Attanasio e del carabiniere Vittorio Iacovacci al lavoro della diplomazia e dell’intelligence italiana in Libia fino al più recente caso dell’incontro in Autogrill fra Matteo Renzi e l’agente del Dis Marco Mancini sollevato da Report. Fra gli altri appuntamenti in programma, un’indagine conoscitiva sul settore dell’energia che vedrà Dieni e Arrigoni nella veste di relatori.

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