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Cosa lega Stati Uniti e Vaticano. Cristiano legge l’incontro tra Blinken e papa Francesco

Un incontro durante il quale ci si è soffermati sull’importanza di unirsi davanti ai più gravi problemi del mondo e cioè sull’urgenza di affrontare le questioni globali, quali i mutamenti climatici, le migrazioni e la distribuzione dei vaccini contro il Covid-19. I temi che fanno l’agenda globale di Francesco da anni

La visita in Vaticano del Segretario di Stato degli Stati Uniti d’America, Antony J. Blinken, è stata l’occasione per uno dei primi contatti tra la nuova amministrazione americana e la Santa Sede, dopo la visita di Kerry.

In un clima segnato dalla stessa informazione, alla ricerca di metodi nuovi e improbabili, Blinken è arrivato in Vaticano senza farsi precedere, come fece il suo predecessore, da ingerenti richieste politiche nei rapporti con gli Stati e in Vaticano ha trovato udienza con papa Francesco, prima di incontrarsi con il segretario di Stato Vaticano, cardinale Parolin, e con il suo omologo, il Segretario per i rapporti con gli Stati, monsignor Paul Gallagher.

Ovviamente nell’agenda non poteva mancare l’indicazione del nodo centrale, come affermato dal portavoce del capo della diplomazia americana: “Gli sforzi comuni per promuovere la libertà religiosa e combattere la tratta di esseri umani”. Dunque la chiave dell’intelligenza e costruttività di chi ha architettato l’agenda sta nell’aver dato priorità a ciò che aiuta a capirsi, cioè l’importanza del multilateralismo e delle emergenze planetarie. Nella sua breve dichiarazione è significativo che il portavoce del Dipartimento di Stato Usa abbia sottolineato che Blinken ha ribadito il sostegno degli Stati Uniti al ritorno della democrazia in Venezuela e il desiderio di aiutare il popolo venezuelano a ricostruire il proprio Paese. Detto così suona apprezzabile dagli interlocutori, nel rispetto di ruoli diversi tra Santa Sede e vescovi venezuelani.

Ma il testo reso noto dal portavoce di Blinken rende evidente che in questa prima occasione di contatto ci si è soffermati sull’importanza di unirsi davanti ai più gravi problemi del mondo e cioè sull’urgenza di affrontare le questioni globali, quali i mutamenti climatici, le migrazioni e la distribuzione dei vaccini contro il Covid-19. Sono i temi che fanno l’agenda globale di Francesco da anni.

Che poi gli Stati Uniti facciano sapere di aver sottolineato l’importanza di altre sfide, come Libano, Siria, Etiopia e Bielorussia dimostra che le sensibilità di una Chiesa globale come quella di Francesco e di un’amministrazione molto atlantista come quella di Biden possono trovare nella logica e nell’impegno sincero un modo per lavorare insieme.

Ovvio che detto questo, diventi logico, normale, che Blinken faccia sapere che si è parlato di diritti umani e libertà religiosa in Cina. La preoccupazione della Santa Sede, espressa nei giorni trascorsi con estremo realismo da monsignor Gallagher, ha confermato non certo disinteresse, ma consapevolezza. A nessuno piace ciò che accade, ma ridurre i sottili spazi di ricerca di comprensione non aiuterebbe nessuno, soprattutto i cristiani cinesi. Casaroli, il grande Segretario di Stato Vaticano, non scrisse invano un libro biografico intitolato “Il martirio della pazienza”.



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