Dal 2 al 9 luglio, un’iniziativa transpartitica che fa seguito alla prima esperienza di formazione realizzata nel 2020 da +Europa, che aveva formato 23 aspiranti leader politiche
Ma davvero alle donne manca qualcosa per avere successo in politica o è, piuttosto, la politica, in particolare i partiti in quanto organizzazioni che selezionano la leadership, che funzionano secondo logiche che allontanano le donne?
A questa domanda proverà a rispondere una scuola di formazione politica per la parità di genere rivolta a dirigenti politici uomini che debutta venerdì 2 luglio e prosegue il venerdì successivo, 9 luglio 2021, presso la sede dell’Istituto Luigi Sturzo, vicino al Pantheon a Roma.
Dal nome provocatoriamente declinato al maschile, “Femministi! – Laboratorio per un altro genere di politica” è promosso da +Europa, grazie alla quota del 2×1000 che per legge tutti i partiti dovrebbero (il condizionale è d’obbligo!) destinare a iniziative dedicate alla promozione della parità di genere, e partecipato, per ora, anche da Pd, Azione, Verdi, Italia Viva, Volt, M5S e Lista Sala.
Un’iniziativa transpartitica, dunque, che fa seguito alla prima esperienza di formazione realizzata, lo scorso anno, da +Europa – “Prime Donne” – che aveva formato 23 aspiranti leader politiche.
“Alla fine dell’esperienza dello scorso anno ci siamo rese conto che non sono le donne ad avere bisogno di una formazione specifica per fare politica” – spiega Costanza Hermanin, fellow dell’Istituto universitario europeo e fondatrice della scuola – “Ci sono prassi escludenti e politiche pubbliche che rendono difficile il raggiungimento della parità, soprattutto in politica. Questi elementi devono essere portati all’attenzione degli uomini politici, perché ne prendano coscienza e affianchino le donne nella battaglia per la parità in politica, su cui l’Italia sconta un ‘gap’ più grande che in qualsiasi altro settore”.
La prima edizione di “Femministi!” prevede 15 ore di formazione, con laboratori che spaziano dalla valutazione d’impatto di genere delle politiche pubbliche – una metodologia richiesta dalla stessa Commissione europea per i programmi di spesa del Recovery Fund – all’applicazione della politica delle quote, passando per il “trattamento” che i media riservano alle campagne elettorali delle donne.
“Parleremo di stereotipi e pregiudizi di genere che applichiamo inconsciamente e di come la comunicazione tradizionale e sui social media esiga più dalle candidate donne che dagli uomini”, prosegue Hermanin. “Ci occuperemo delle regole elettorali e di partito e di come queste siano costantemente aggirate riproducendo una leadership maschile. Affronteremo le questioni dell’analisi economica e dei bilanci di genere, nonché delle politiche pubbliche, mostrando dati, ricerche ed esempi concreti di come una leadership paritaria porti a risultati politici più efficaci e a politiche più efficienti”.
Lo schema del laboratorio non sarà quello classico: la prima delle due giornate si aprirà con una performance di “forum teatro” – un genere di teatro dell’oppresso in cui si mette in scena una situazione che rappresenta una condizione oppressiva – in cui “i performer riprodurranno le dinamiche tipiche della politica attuale per aumentare la consapevolezza nei partecipanti”. A cui sarà richiesto, alla fine, un impegno preciso, volto a riprodurre i modelli condivisi durante il laboratorio, nell’ambito delle rispettive formazioni politiche.
“Femministi! Lab” sarà l’evento finale, pubblico e in diretta streaming, che includerà anche le donne “per mettere in scena le dinamiche che vorremmo per un altro genere di politica, a partire proprio da spezzoni di dibattiti parlamentari e conferenze stampa tradizionali”.
Il 9 luglio, dopo l’intervento della ministra per le Pari Opportunità e la Famiglia, Elena Bonetti, saranno consegnati 10 riconoscimenti per la parità di genere. Tra i premiati, la direttrice del Giornale Radio Rai e Radio1 Rai Simona Sala, per la promozione della campagna “No Women No Panel – Senza donne non se ne parla”. A seguire, la senatrice Emma Bonino risponderà alle domande del conduttore radiofonico Carlo Pastore.