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Manifesto delle destre europee? Servirebbe al centrodestra in Italia. La versione di Pera

Pera

L’ex presidente del Senato Marcello Pera commenta con favore il manifesto e la Carta dei valori sottoscritti dai sedici movimenti di destra a Bruxelles. “L’incipit gollista, passaggi importanti su valori etici, famiglie e tradizioni cattoliche”

“Il manifesto sottoscritto dai partiti della destra europea contiene principi molto importanti e giusti suggerimenti per la modifica delle istituzioni europee”. Il giudizio che l’ex presidente del Senato Marcello Pera dà del documento sottoscritto dai sedici partiti sovranisti a Bruxelles, è estremamente positivo. “Finalmente abbiamo un manifesto liberal conservatore europeo, quello che servirebbe anche al centrodestra in Italia”.

Presidente Pera, quali sono i passaggi del documento che ritiene più significativi?

Innanzitutto l’incipit. È, in tutto e per tutto, gollista: che non è cosa negativa, anzi è un valore aggiunto. Ho valutato con favore anche il passaggio sull’ “Europa dei valori e sul sentimento popolare”. Questa visione inverte la prospettiva di un’Europa tecnocratica, in nome del sentimento nazionale. Nel documento ho apprezzato i molti accenni che richiamano al rispetto della cultura e della storia degli Stati, delle tradizioni cattoliche, della famiglia, dei valori etici. Un altro elemento fondamentale riguarda l’attuale principio di attribuzione. Siccome non funziona nella pratica, nel manifesto si chiede espressamente che venga affiancato dall’inviolabilità delle competenze degli Stati. È una posizione estremamente ragionevole.

Tra i sottoscrittori, c’è anche il leader della Lega Matteo Salvini. Su questo, per primo il segretario del Pd Enrico Letta, ha eccepito. Secondo i dem non è concepibile che il capo del Carroccio sieda nel Governo Draghi e che firmi un documento con il sovranista Orban. Qual è la sua posizione su questo?

È un falso problema. Draghi è un esigenza nazionale, e il governo di Mario Draghi va sostenuto e mi pare che in questo senso Salvini sia stato coerente. In più, anche il filo-atlantismo manifestato dall’Esecutivo, non è messo in discussione dal manifesto.

Sul fronte delle riforme delle istituzioni europee, Draghi potrebbe essere una risorsa.

Certo, sarebbe auspicabile infatti che, sfruttando la sua statura e la sua credibilità specie a Bruxelles, Mario Draghi si facesse portavoce di una riforma seria delle istituzioni europee. Facendo leva sul fatto che, ad esempio sotto il profilo dell’austerità, l’Unione sta profondamente mutando.

Tornando ai riflessi che il manifesto avrà sulle forze di coalizione del centrodestra in Italia, ci sono non pochi mal di pancia anche in Forza Italia. Come vede questa posizione?

Secondo me è una posizione sbagliata. Avversare un manifesto di respiro liberal conservatore in Europa è controproducente. Anzi, quello che auspico è che anche il centrodestra in Italia faccia quanto le destre hanno fatto a Bruxelles. Se tradotto in Italiano e declinato sulla base degli equilibri della coalizione, un manifesto analogo potrebbe avere un effetto molto positivo.

È la prima volta, dopo tanto tempo, che Salvini e Meloni sottoscrivono un documento assieme.

Questo è uno degli effetti benefici di cui parlo. Il manifesto unisce e avvicina le forze politiche.

La posizione di Mara Carfagna come la valuta?

La inviterei a leggere perbene il manifesto. E poi a sottoscriverlo con convinzione: ci sono anche i suoi valori all’interno di quel documento.

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