Visita libica del ministro Di Maio, che lunedì incontrerà i vertici del Paese tra Tripolitania e Cirenaica
Il ministro degli Esteri italiano, Luigi Di Maio, sarà domani, lunedì 2 agosto, in visita in Libia, ospite di incontri istituzionali con il governo guidato da Abdelhamid Dabaiba, il Consiglio presidenziale di Mohammed al Menfi e con il parlamento HoR presieduto da Agila Saleh.
I temi sul tavolo degli incontri che si svolgeranno sia in Tripolitania che in Cirenaica sono vasti; ed è anche il senso geografico della visita di Di Maio a raccontarlo. La Libia sta seguendo un delicato processo di stabilizzazione dopo l’ultimo conflitto che dall’aprile del 2019 fino al cessate il fuoco dell’ottobre scorso ha diviso il paese.
Nei giorni scorsi una serie di parlamentari libici si è riunita, sotto la guida dell’Onu, a Roma per trovare una quadra al complicato percorso che dovrebbe portare alle elezioni di dicembre. Il governo Dabaiba, infatti, è stato nominato dal meccanismo del Foro di dialogo politico libico che, sotto l’egida della Nazioni Unite, gli ha affidato l’incarico ad interim verso il voto.
L’Italia e ampie parti della Comunità internazionale considerano le elezioni un passaggio cruciale verso il raggiungimento di una completa stabilità. Momento in cui sarà possibile procedere con il recupero di condizioni propedeutiche allo sviluppo e alla crescita del paese, nonché a liberarlo dal peso dei principali attori esterni che hanno usato la crisi per portare avanti una propria agenda.
In Cirenaica Di Maio incontrerà poi il console Carlo Batori, entrato alla guida del consolato di Bengasi che l’Italia ha riaperto da poco tempo. Segno, come la volontà di aprire una sede diplomatica nel Fezzan, di come Roma intenda dialogare — marcando una presenza territoriale — con tutte le anime della Libia. Dalla Farnesina non ci sono ancora conferme su un eventuale incontro tra il ministro italiano e Khalifa Haftar, ancora attore centrale a Bengasi.