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Convegno Acli, Olivero: “Un piano per l’occupazione”

Apertura del 24esimo congresso a Roma nazionale delle Associazioni cristiane dei lavoratori italiani. Il presidente Andrea Olivero lancia un “piano per l`occupazione giovanile” entro l´autunno e ricorda: “E` il riformismo il compito e lo spazio dei cattolici nella vita pubblica del nostro Paese”.
 
Il presidente delle Acli Andrea Olivero, in apertura del 24esimo congresso a Roma, ha lanciato l`impegno per l`associazione di “dare vita, entro l`autunno, ad un ´piano per l`occupazione giovanile´ in grado di dare risposta concreta ad una istanza sociale che ha assunto in questi mesi una drammaticità crescente”.
“Le Acli – ha detto – dovranno mettere in campo tutte le loro energie, facendo tesoro e sintesi delle esperienze già in atto nella cooperazione sociale e nella formazione, ma ancor più dovranno coinvolgere nel progetto partner qualificati, a partire dalle organizzazioni del Forum dei cattolici nel mondo del lavoro. Dovrà in primo luogo essere portata avanti un`azione politica volta a rendere questa una priorità del governo e di tutte le forze politiche, ma contestualmente il sistema Acli dovrà sviluppare al suo interno competenze capaci di promuovere nuova cultura sociale d`impresa, in particolare tra i giovani”.
 
Quanto alla riforma del mercato del lavoro, “non bisogna – ha ammonito – fermarsi a pur importanti questioni di principio, come per larga parte si è fatto in questi mesi nel dibattito intorno all`articolo 18, ma avere la lungimiranza di costruire nuovi servizi integrati a supporto dei lavoratori. Oggi il sistema pubblico di intermediazione è del tutto assente, la formazione professionale è marginalizzata e maltrattata, le tutele assistenziali e previdenziali sono spesso inadeguate ai nuovi lavoratori”.
 
La missione dei cattolici
“E` il riformismo il compito e lo spazio dei cattolici nella vita pubblica del nostro Paese. Un riformismo democratico e sociale, che parte dagli ultimi, che ha come compito civilizzare l`economia e civilizzare la politica”, ha affermato Olivero, aprendo i lavori.
“Il riformismo cattolico – ha ricordato – nella sua forma sociale e democratica, ha avuto un ruolo decisivo nella costruzione dello Stato repubblicano e anche dopo, negli anni in cui l´Italia rinasceva e si avviava a diventare una delle grandi protagoniste della storia europea e dell´economia mondiale. Nel moto riformatore impresso alla nostra società in tutti i campi, dall´agricoltura alle infrastrutture, dalla casa alla scuola, dalla famiglia al lavoro sono grandi cattolici a segnare la svolta e a dare sostanza alla vita democratica secondo lo spirito del dettato costituzionale”.
Olivero ha inoltre lanciato l`idea della creazione di Comitati per il bene comune diffusi su tutto il territorio ed in grado di mantenere “una mobilitazione permanente propositiva e costruttiva su alcune questioni cruciali di questa fase di transizione”: la legge elettorale, “che deve assolutamente essere modificata prima delle elezioni”; la “definizione dei partiti come soggetti di diritto pubblico, e quindi democratici e trasparenti”. Ed il finanziamento pubblico, che “è giusto mantenere ma a condizione di regole certe e di importi nettamente inferiori a quelli attuali”. Un´azione da portare avanti cercando “l`interlocuzione e l`apporto di tutti i soggetti disponibili, a partire dalle organizzazioni del mondo cattolico e da quelle del Forum del Terzo Settore”.
Tornando alla ´mission riformismo´ dell´impegno cattolico, il presidente delle Acli ha citato i nomi di De Gasperi, Fanfani, Vanoni, la “forza visionaria” di La Pira, il rigore appassionato di Dossetti o di Lazzati, fino alla “prudentissima audacia di Moro, che ha dato al riformismo cattolico la palma del martirio, anzitutto da intendersi nel senso originario di coerente testimonianza fino alla morte violenta”. “Ora – ha affermato Olivero – ci viene chiesto un impegno riformatore non meno audace di quello passato. Il pericolo non è meno grande, la crucialità del momento non meno decisiva di quelle lontane stagioni”.


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