In Tunisia migliora la situazione Covid anche grazie ai vaccini arrivati nel Paese. La crisi non è finita, ma l’assistenza dall’esterno può aiutare i tunisini
L’Economist fotografa la situazione del Covid in Tunisia, Paese che nell’ultimo mese è finito nel baratro della pandemia con una delle più alte percentuali di morti sul totale dei contagiati, e adesso sta faticosamente migliorando. Una crisi nella crisi, su cui Formiche.net aveva lanciato un appello affinché l’Italia si facesse promotrice di un meccanismo di aiuto sanitario: kit medici, know how e soprattutto vaccini. Che adesso sembrano arrivati secondo quella che il magazine definisce “una marea di vaccini” verso il Paese.
Peccato che il settimanale inglese dimentichi di citare le 1,5 milioni di dosi inviate da Roma e arrivate a Tunisi nel pomeriggio di domenica 1 agosto — ad accoglierli, con l’ambasciatore italiano Lorenzo Fanara, c’era il presidente Kais Saied, dunque non era una notizia secondaria da registrare. Tuttavia è il risultato che conta: oltre al carico italiano — il più sostanzioso — un altro milione di dosi è arrivato dall’Arabia Saudita, 500mila dagli Emirati Arabi, un milione di fiale Moderna dagli Stati Uniti, un altro dalla Francia.
In totale adesso nel Paese le dosi somministrate sono 6 milioni. Le percentuali di vaccinati era attorno al 17 per cento fino al 7 agosto, ma domenica 8 c’è stato uno scatto: somministrate 551mila iniezioni, tanto in un Paese da 12 milioni di abitanti. La curva epidemica sta iniziando a scendere rispetto ai picchi di luglio. Erano i giorni dell’Aid el-Adha quando il direttore dell’ospedale di Bizerte piangeva in un video girato davanti al reparto Covid per la carenza di ossigeno, e l’ex ministro della Sanità Faouzi Mehdi parlava senza mezzi termini di “catastrofe”.
La Tunisia non è fuori dalla pandemia, tutt’altro, ma l’arrivo di vaccini e kit medici per gestirla è un passo in avanti. Il montante di 6 milioni di dosi di vaccino anti-Covid dovrebbe garantire una vaccinazione completa per una bella fetta popolazione. L’innesco di una sensibilizzazione a livello europeo, su cui l’Italia ha un ruolo di primo piano, è un fattore altamente positivo per il futuro del Paese. Futuro su cui il presidente Saied ancora non ha chiarito definitivamente le proprie intenzioni, ma — come dimostrato anche dalla reazione dei tunisini — la campagna contro l’epidemia è tra i fattori cruciali.