Dopo Belloni (Dis), il ministro degli Esteri è stato sentito dal Copasir. Ha spiegato le ragioni del rientro dell’ambasciatore in Afghanistan e le intenzioni del governo in vista del G20. Lunedì tocca a Caravelli (Aise). Elio Vito chiede al premier Draghi di convocare il Cisr
Il Copasir continua a indagare su quanto accaduto e accadrà in merito all’Afghanistan. Dopo l’audizione di mercoledì del direttore del Dis, Elisabetta Belloni, oggi (venerdì, ndr) è stato il ministro degli Esteri, Luigi Di Maio, a comparire davanti al Comitato per riferire sulla situazione scocciando numeri, dando spiegazioni su diversi questioni e ribadendo il coordinamento con gli Stati Uniti.
Aspetto, quest’ultimo, dimostrato anche dalla recente conversazione telefonica tra il ministro e il segretario di Stato americano, Antony Blinken, e all’incontro a Washington tra l’ambasciatrice italiana, Mariangela Zappia, e la numero due della diplomazia a stelle e e strisce, Wendy Sherman.
Il ministro si è presentato accompagnato dall’ambasciatore Sebastiano Cardi, suo capo di gabinetto (pensando all’Afghanistan va anche ricordata l’esperienza come rappresentante speciale dell’Unione europea per l’Afghanistan e il Pakistan dal 2008 al 2010 del precedessore di Cardi, l’ambasciatore Ettore Sequi, oggi segretario generale della Farnesina al posto di Belloni, passata al Dis).
Come ha spiegato il presidente del Copasir, Adolfo Urso, in una nota, sono stati cinque i temi toccati in audizione.
Primo: le modalità e la tempistica di evacuazione degli italiani, dei nostri collaboratori e delle loro famiglie. Secondo: l’impegno italiano e internazionale per la tutela dei diritti civili, delle donne e delle minoranze. Terzo: l’impatto della crisi sui flussi migratori, anche in relazione ai rapporti con i Paesi confinanti per la creazione di “corridoi umanitari”. Quarto: il sostegno logistico e finanziario per fronteggiare l’emergenza umanitaria. Quinto: il contrasto al terrorismo e al traffico internazionale di droga.
Particolare attenzione è stata posta sul rientro in Italia dell’ambasciatore a Kabul, Vittorio Sandalli. Lo ha annunciato nelle ore precedenti l’audizione il commissario Elio Vito (Forza Italia) con un tweet rilanciato anche dal presidente Urso (Fratelli d’Italia). Ecco la linea della Farnesina illustrata dal ministro: è stata una scelta politica, quella di ricostituire l’ambasciata al ministero per coordinare tutte le attività (in particolare i voli) e lasciare sul campo il console Tommaso Claudi.
Il ministro Di Maio ha ripercorso le ultime tappe della vicenda, anche in relazione alle decisioni degli alleati, alla luce di quanto già riferito al Copasir nell’audizione di fine luglio, e all’improvviso collasso delle istituzioni governative e dell’esercito afghano. Ha, inoltre, approfondito le tematiche inerenti i nuovi assetti internazionali, anche nei rapporti con il mondo islamico e le conseguenze sulle altre aree di prioritario interesse nazionale.
Infine, ha illustrato le iniziative del governo italiano in relazione alla presidenza di turno del G20 dopo l’annuncio della volontà di convocare una riunione straordinaria tra i leader. Dopo gli incontri a livello G7 e Nato, il ministro è, infatti, deciso a organizzare questo appuntamento già a settembre, in videoconferenza, prima dell’incontro a Roma di fine ottobre.
L’auspicio è di raggiungere una posizione comune tra i Venti sulle modalità di riconoscimento dell’Emirato islamico dell’Afghanistan e di dialogo. Ma le importanti e pressoché immediate aperture del governo cinese ai Talebani lasciano poco spazio anche ai più ottimisti. Ed è anche per questo che, dopo il passaggio al Copasir e la riunione ministeriale Nato, il ministro ha avuto un colloquio telefonico con l’omologo cinese Wang Yi per uno “scambio di vedute” sulla situazione in Afghanistan. A quanto risulta a Formiche.net, inoltre, ci sono stati contatti tra le diplomazie italiana e russa anche in vista della visita del ministro degli Esteri Sergej Lavrov, atteso alla Farnesina venerdì prossimo.
Il Copasir tornerà a riunirsi lunedì alle ore 11 per l’audizione, sempre relativamente all’Afghanistan, di Giovanni Caravelli, direttore dell’Aise.
Alla luce delle audizioni svolte e di quelle in programma, il commissario Vito ha chiesto che il presidente del Consiglio Mario Draghi convochi immediatamente il Comitato interministeriale per la sicurezza della Repubblica (di cui fanno parte anche l’Autorità delegata e i ministri degli Esteri, dell’Interno, della Difesa, della Giustizia, dell’Economia, dello Sviluppo economico e della Transizione ecologica). Una proposta condivisa anche da Ernesto Magorno (Italia Viva). A quanto risulta a Formiche.net, la riunione potrebbe tenersi nei prossimi giorni, non prima però di lunedì.
*** EDIT: aggiornamento per segnalare i contatti Roma-Mosca in vista della visita dell’omologo russo Sergej Lavrov e il colloquio telefonico tra il ministro degli Esteri e l’omologo cinese Wang Yi