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Il boom di aspiranti astronauti travolge l’Esa. Cosa è successo

L’Esa è stata travolta dal numero di adesioni per diventare astronauta, con l’80% delle domande risultate idonee e ammissibili a dopo la fase di valutazione dei prerequisiti, una quota imprevedibile che dimostra l’elevato interesse degli europei per le attività spaziali

“All’Esa crediamo fermamente che ogni domanda debba ricevere l’attenzione che merita ma, con il considerevole numero di candidati, ci vuole semplicemente più tempo del previsto”. Spiega così Guillaume Weerts, il responsabile della medicina dello spazio del Centro astronauti europeo dell’Agenzia spaziale europea (Esa), il ritardo accumulato dall’ente spaziale europeo nel rispondere alle oltre 23mila domande di aspiranti astronauti. Il numero di domande ha superato di gran lunga le previsioni più ottimistiche dell’Esa che, nonostante il lavoro extra, si è dichiarata entusiasta del livello di partecipazione dimostrato, nonché dell’interesse che le attività spaziali esercitano in tutta Europa.

CANDIDATI TROPPO PERFETTI

Paradossalmente, a determinare il ritardo nelle valutazioni dell’Esa è stata l’elevata qualità degli aspiranti astronauti. In pratica, il processo di valutazione delle domande ha visto una prima fase di pre-screening, atta a valutare i requisiti di base illustrati dalla documentazione del bando. I candidati non in possesso di questi requisiti minimi sono stati avvisati immediatamente e scartati dalla selezione. Però, al termine di questa fase, l’80% delle domande sono risultate idonee e ammissibili, una quota che ha colto di sorpresa gli esaminatori dell’Esa.

I PROSSIMI PASSI

Il prossimo passo della selezione è ora un’intera giornata di esami e test da svolgere presso una delle strutture dell’Agenzia sparse per l’Europa. Questa fase è già iniziata e durerà almeno fino alla fine dell’anno, rallentata non solo dall’elevato numero di candidati, ma anche dalle cautele e le restrizioni adottate a causa della pandemia da Covid-19. I candidati verranno invitati progressivamente anche in virtù degli eventuali problemi legati agli spostamenti. “Se non siete ancora stati invitati, non significa necessariamente che la vostra candidatura non sia stata presa in considerazione; vi chiediamo di avere pazienza mentre elaboriamo le domande ed emettiamo questi inviti”, ha dichiarato Antonella Costa, Human resources business partner dell’Esa. Secondo la nuova tempistica si prevede di informare tutti i candidati dell’esito della domanda al più tardi entro la fine di novembre 2021.

PER UNO SPAZIO INCLUSIVO

Ad accrescere la positiva accoglienza registrata dal bando dell’Esa ha contribuito sicuramente anche l’enfasi posta dall’agenzia per rendere il comparto spaziale il più inclusivo possibile. In particolare, 257 candidati hanno fatto domanda per il posto disponibile come astronauta con disabilità fisica, la prima volta che un’agenzia spaziale contempla questa possibilità. La candidata o il candidato prescelto per la posizione dovrà lavorare insieme all’Esa per determinare gli adattamenti necessari per essere membro dell’equipaggio in una missione nello spazio, un lavoro pionieristico che aprirà la strada ad una partecipazione sempre più inclusiva.

RIDURRE IL DIVARIO DI GENERE

Altro segnale positivo arriva dalle candidature femminili, che quest’anno sono state circa 5.400, un quarto delle domande totali. Nel 2008 erano state poco più di un migliaio, appena il 15% del totale di allora. L’inserimento della componente femminile è uno sforzo a 360° da parte della comunità spaziale in particolare, sia per quanto riguarda le astronaute che per ingegneri, tecniche e scienziate. In generale, la bassa inclusione femminile nei settori delle cosiddette materie “Stem”, scienza, tecnologia, ingegneria e matematica, è un problema trasversale che attraversa tutti i comparti tecnico-scientifici. L’Esa, in questo senso, ha da tempo avviato una serie di iniziative per ridurre, e infine eliminare, questo divario di genere che, partendo fin dalle scuole elementari, arriva fino al bando per le astronaute di domani.



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