Telefonata del ministro degli Esteri russo Sergei Lavrov all’ex premier Romano Prodi prima della sua visita a Roma da Draghi e Di Maio. La Russia spera che l’Italia promuova un approccio “multilaterale” sulla crisi in Afghanistan e al G20. Nell’editoriale sul Messaggero l’ex premier tira una stoccata all’ “arroganza” della Nato
Certi amori non finiscono. C’è un politico italiano che ancora fa battere i cuori a Mosca: Romano Prodi. Non è un mistero che l’ex presidente del Consiglio vanti ottimi rapporti con il Cremlino. Fin dai tempi della presidenza della Commissione europea “Il Professore” ha coltivato una relazione di stima personale con lo “zar” Vladimir Putin.
A distanza di vent’anni, Prodi è ancora cercato dal Cremlino, che in lui vede un consigliere speciale. Non fa eccezione la crisi in Afghanistan: risale a pochi giorni fa una lunga telefonata fra l’ex segretario del Pd e il ministro degli Esteri russo Sergei Lavrov. In visita a Roma per incontrare il premier Mario Draghi e il titolare della Farnesina Luigi Di Maio, il capo della diplomazia russa si è intrattenuto al telefono con Prodi per un confronto sull’emergenza Afghanistan e la reazione coordinata di Russia ed Europa.
Durante il colloquio, durato una mezz’ora, Lavrov avrebbe invitato Prodi al Cremlino in visita da Putin, in una data da definire nei prossimi mesi. Entrambi si trovano d’accordo sulla necessità di un approccio “multilaterale” di fronte all’escalation a Kabul e di un intervento coordinato della comunità internazionale.
Una linea in fondo sostenuta a suo modo anche da Draghi e dal governo italiano, che in queste settimane sta tessendo una rete di rapporti con gli altri Paesi europei nella convinzione che non si possano escludere i due “rivali sistemici” Cina e Russia dalla ridefinizione degli equilibri in Asia centrale. Di qui la scommessa di Roma sul G20 straordinario sull’Afghanistan di settembre, che sotto la presidenza italiana riunirà sotto lo stesso tetto Cina, Russia, Stati Uniti e altri Paesi-chiave dell’Asia per concordare una via alla stabilizzazione afgana.
Durante lo stesso incontro con Di Maio alla Farnesina Lavrov avrebbe chiesto all’Italia di “valorizzare” una personalità come Prodi di fronte alla nuova sfida per la politica estera europea. Non è la prima volta che il numero uno delle feluche russe ha un confronto con Prodi su temi di politica internazionale. Fra i politici italiani, insieme a Silvio Berlusconi, l’ex premier è tra quelli che hanno maggiore consuetudine dalle parti della Piazza rossa e spesso si reca in visita a Mosca, invitato da Putin in persona.
Chissà che la telefonata con l’inviato di Putin non abbia in parte ispirato l’editoriale domenicale di Prodi sul Messaggero, in cui ha auspicato “un grande passo in avanti per costruire una comune difesa europea”. Non senza riservare qualche dura stoccata alla “singolare arroganza” del segretario generale della Nato Jens Stoltenberg così come all’alleato americano che, sul ritiro da Kabul, “non si è nemmeno peritato di informare gli alleati europei”.