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Chi è Vladimir Putin, lo zar che lunedì torna al Cremlino

Aveva promesso di tornare ed eccolo di nuovo al Cremlino: che Vladimir Putin mantenga la parola, è ormai un luogo comune per la politica russa. Alle spalle, due mandati da presidente e quattro anni da premier con un presidente come il ´leale-fino-all´ultimo´ Dmitri Medvedev. E anche se la sua immagine inizia a risentire i danni del tempo – 12 anni al potere – e dell´alternarsi con Medvedev, e malgrado le proteste di piazza a Mosca, i blogger e alcuni media raccontino un malcontento diffuso, il prossimo 7 maggio Putin girerà la chiave per accedere il motore di altri 6 anni alla guida del Paese. Vladimir Putin lunedì 7 maggio torna capo dello Stato e diventerà il sesto presidente della Federazione russa. E la sua investitura non sarà una festa per gente comune: 2mila ospiti, compresi gli amici di sempre, Silvio Berlusconi e Gerhard Schroeder; tre giorni di festa e una spesa minima pari a mezzo milione di euro.
 
Chi è Vladimir Vladimirovic, dal Kgb alle lacrime dell´ultima vittoria
Nato il 7 ottobre 1952, Vladimir Vladimirovic si è laureato in Diritto Internazionale alla Facoltà di Legge dell´Università Statale di Leningrado nel 1975. Entrò nel Partito Comunista dell´Unione Sovietica e successivamente fu arruolato nel Kgb, da cui rassegnò le dimissioni il 20 agosto 1991 durante il fallito colpo di Stato, supportato dai servizi segreti, contro Mikhail Gorbaciov. Già allora Putin era entrato nella squadra di Anatolij Sobchak, il leggendario sindaco della Leningrado, città che cambiò nome e divenne San Pietroburgo: segno di una nuova era, postsovietica. Tutti gli uomini che lavorarono a stretto contatto con Putin ricoprono o hanno ricoperto posizioni di vertice, dal capo di Gazprom Aleksey Miller allo stesso Medvedev.
 
Successivamente l´allora presidente Eltsin nel 1998 nominò Putin capo del FSB (una delle agenzie eredi del KGB), ruolo occupato fino all´agosto del 1999, quando divenne premier. Il 31 dicembre, poi, Eltsin si dimise e Putin divenne presidente ad interim fino alle elezioni del marzo 2000. Nel 2004 venne rieletto per altri quattro anni, dopodichè la Costituzione ha imposto una pausa, affidata a Dmitri Medvedev.
Putin lo scorso febbraio in un incontro con i suoi fan aveva detto: “Noi vinceremo, perché la vittoria l´abbiamo nel codice genetico”. La battuta si spiega con il suo passato e l´alimentata mitologia del personaggio, nato nella Leningrado del dopo seconda guerra mondiale, da due soppravvissuti all´Assedio più lungo della storia. In un luogo povero, affamato, feroce. La violenza è stata una delle componenti formative, assorbita e poi incanalata nel judo, l´arte marziale che contraddistingue Putin e lo rende leader, ´guerriero´ e ´maestro´. “E´ assolutamente carico di energia” ha spiegato a Tmnews dopo un incontro a marzo l´head coach Ezio Gamba, già oro olimpico italiano e direttore tecnico della nazionale di judo della Federazione Russa.
 
La rivista Time invece, dopo averlo incoronato cinque anni fa uomo dell´anno, ne decretava pochi mesi fa un “rimpicciolimento” a causa dalle proteste. Anche per gli esperti del British Royal Institute Chatham House era finito come leader. Ma le manifestazioni degli ultimi mesi si sono dissolte e Putin sta sempre lì. Tra alti e bassi della fama mondiale, comunque indiscutibile. Caratterizzata dalla nota amicizia con l´ex presidente del consiglio italiano Silvio Berlusconi, da lui definito “l´ultimo dei mohicani”. Ma anche costellata dai pettegolezzi più disparati: dalla ginnasta Alina Kabaeva, considerata dal gossip la sua seconda moglie – senza mai l´ombra di una conferma – sino a più recenti sgradevoli e assurde rivelazioni di una gravidanza della moglie Liudmila. Ufficiali sono invece due bellissime figlie, tenute nascoste ai media, benché ormai adulte.
 
Va detto che i colpi di scena sono un tratto distintivo di Vladimir Vladimirovich. Non solo con battute salaci e trame di potere. Per quanto la vittoria del 4 marzo scorso sia stata prevedibile, le lacrime di Putin davanti ai fan, riuniti sotto le mura del Cremlino, non lo erano affatto. Gli occhi rossi e una commozione fin troppo evidente è stata “una prima assoluta” nella carriera politica del neoeletto presidente al terzo mandato non consecutivo.
Il macho – o per dirla con le indiscrezioni di Wikileaks – Batman o ´maschio alpha´ ha scoperto un lato debole, mentre proclamava: “Abbiamo vinto”. La voce chiaramente emozionata, dinnanzi agli oltre 110 mila che scandivano il suo nome, ma anche dinnanzi ai risultati: superata ampiamente la soglia del 63%. E con questo bagaglio di consensi, lo zar torna al suo posto.


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