Chi è Olaf Scholz, candidato alla Cancelleria per i social-democratici tedeschi che nei sondaggi sta andando molto bene. In 23 anni di carriera politica, soprattutto legati alla città-stato di Amburgo, non sono mancati inciampi. Che però oggi non sembrano influenzare l’opinione pubblica tedesca
All’inizio di questa campagna elettorale la candidata dei Verdi Annalena Baerbock sembrava la favorita. Poi le accuse di plagio e menzogne sul suo curriculum l’hanno fatta scendere nei sondaggi. A marzo il candidato della Cdu Armin Laschet, arrivato alla guida dopo una lunga lotta interna al partito, sembrava fosse destinato alla vittoria: l’esperienza di governo regionale e lo stretto rapporto con Merkel gli avevano permesso di raccogliere la fiducia di molti possibili elettori. Un candidato, tra i tre più importanti, rimaneva sempre nell’ombra: il socialdemocratico Olaf Scholz, vice cancelliere e ministro delle Finanze tedesco. Eppure il numero due di Merkel è riuscito a erodere consensi proprio a Laschet: un sondaggio di pochi giorni fa mostra che Cdu/Csu e Spd sono appaiati intorno al 23%. Ma chi è Scholz e cosa ha fatto fino ad adesso? Il suo profilo è a tratti controverso.
WER IST ER?
Scholz è nato nel 1958 nella Germania settentrionale, a Osnabrück, in quella piccola cittadina in cui è stata firmata la pace di Westfalia che ha messo fine alla guerra dei 30 anni nella metà del ‘600. Ha studiato legge, specializzandosi in diritto del lavoro. Quando Scholz è entrato in politica nella città di Amburgo, per poi diventarne sindaco nel 2011, sono iniziati una serie di eventi controversi, mai chiariti del tutto, che però sembrano non condizionare questi ultimi giorni di campagna elettorale.
CUM-EX
Cum-ex è il nome dato alla maxifrode ai danni delle casse di diversi Stati europei per cui alcuni contribuenti ricevevano rimborsi dall’erario per tasse mai pagate. Tra questi contribuenti c’era anche Werbung Bank, una piccola banca privata che si trova nel centro di Amburgo posseduta da Max Warburg e Christian Olearius. Werbung Bank avrebbe dovuto restituire 90 milioni di euro alle casse di Amburgo ma, a seguito di un paio di incontri tra i proprietari e l’allora sindaco Scholz, la città ha deciso di rinunciarvi. Nel 2016 la questione è caduta in prescrizione. Nel 2017 il governo federale ha dovuto costringere quello di Amburgo a reclamare nuovamente 43 milioni di euro, che sono stati poi effettivamente pagati. Di questo affare in Germania se ne parla, ma non troppo: all’opinione pubblica sembra non importare granché.
WIRECARD
Quello che ha coinvolto Wirecard, app di pagamento tedesca divenuta negli anni un colosso, è stato lo scandalo finanziario più importante della storia recente in Germania. Questa vicenda è venuta fuori nel giugno del 2020 e ha riguardato l’Autorità tedesca di vigilanza finanziaria, la società Ernst&Young e il governo federale. Scholz, allora come oggi, era vice cancelliere e ministro delle Finanze, quindi a capo del ministero che controlla al 100% l’Autorità di vigilanza. Nel giugno dello scorso anno si è scoperto che nel bilancio di Wirecard mancavano 1,9 miliardi di euro, che si pensava fossero depositati come fondi fiduciari in due banche delle Filippine ma che in realtà non erano mai esistiti. Il ministro della Finanze si è smarcato addossando la colpa a EY per la poca attenzione messa nei controlli di routine.
G-20 DI FUOCO
Nel luglio del 2017 si è tenuto il G-20 di Amburgo, allora governata da Sholz. A una domanda sulla preparazione dell’evento il sindaco aveva risposto che la città sarebbe stata all’altezza dato che ogni anno ospita il Hafengeburtstag, paragonando un festival annuale con luna park a un vertice internazionale di larga portata. Nei giorni del G-20 si sono radunate in città 12mila persone per prendere parte all’annunciata protesta “Welcome to Hell”. I manifestanti hanno arrecato molti danni nel centro della città e si sono scontrati in più occasioni con le forze dell’ordine.
FUORI LE DROGHE
Nel luglio del 2001 Scholz era ministro (senatore) della città-stato di Amburgo quando approvò l’uso di emetici, sostanze che inducono il vomito, per ragioni di ordine pubblico. Queste possono essere anche somministrate a forza dalla polizia a chi ha ingerito droga tramite ovuli, bustine, eccetera. La Germania era uno dei pochi Paesi europei (insieme a Lussemburgo e Norvegia) a utilizzare questo metodo, soprattutto nei confronti degli spacciatori. Per molti l’uso di emetici andava contro i diritti fondamentali dell’uomo. Nel dicembre del 2001 è morto Achidi John, nigeriano arrestato per spaccio di droga, a seguito della somministrazione forzata della sostanza. In Germania si è acceso un dibattito su questa pratica, definita da molti disumana. Nell’ottobre 2003, in qualità di leader dell’Spd ad Amburgo, Scholz ha aggiunto al suo programma l’esigenza di continuare a usare gli emetici nel contrasto allo spaccio. L’anno dopo ha vinto le elezioni.